15 anni fa l’omicidio dei coniugi Pelliciardi
Il paese Gorgo al Monticano, vicino a Treviso, rimarrà per sempre indissolubilmente legato a quello dei coniugi Pelliciardi, brutalmente seviziati ed assassinati la notte del 20 agosto 2007. Sono passati 15 anni da quella terribile notte in cui Guido Pelliciardi e Lucia Comin, sua moglie, vennero uccisi da Alin George Bogdaneanu, Naim Stafa e Artur Lleshi, tutti e tre condannati (18 anni per il primo e 30 per gli altri due, ma Lleshi si è suicidato in carcere).
E come se non bastasse, nel contesto del terribile delitto Pelliciardi, ora sulla testa del figlio delle vittime, Davide, pende una cartella dell’Erario. Spiega che Stafa prima del delitto era stato incarcerato con un nome falso, il suo avvocato riuscì a farli ottenere un indennizzo da 111mila euro, che l’avvocato di Pelliciardi riuscì a bloccare, utilizzando la somma per pagare le spese legali. “Quando c’è stato il ricorso”, spiega riferendosi ai 110 mila euro bloccati, “la sentenza doveva essere depositata e il deposito ha un costo. Chi perde paga, il romeno [Stafa, ndr.] non aveva niente. Doveva pagare il ministero, che non ha pagato, e ora l’agenzia si rivale su di me”. Ammonterebbe, spiega, a più di 1.500 euro, e se il Ministero non dovesse pagare, “devo farlo io, per poi fare causa per riavere indietro i soldi”.
Davide Pelliciardi: “Il risarcimento esiste solo sulla carta”
Insomma, sembra che l’orrore per Davide Pelliciardi, dal 2007, non abbia praticamente mai avuto fine. Lo racconta ancora a La Verità, ripercorrendo quella terribile notte. Impiegato come guardia giurata, seppe subito dell’omicidio, “ero in centrale operativa, ho preso io la telefonata“. La guardia di servizio, al telefono con Davide, entrò nella villa dove i coniugi Pelliciardi erano impiegati come custodi.
L’operatore, ancora al telefono con Davide Pelliciardi, gli disse “che era tutto a soqquadro. Poi arrivato in camera.. Ha puntato la pila sul letto e ha visto sangue dappertutto. Ho chiamato io il 112 e il 118″. Furono in totale 180 i colpi inflitti alle due vittime, con cacciaviti e spranghe che causarono la rottura delle vertebre a Guido e del cranio a Lucia. Furono costretti ad assistere alle violenze l’uno dell’altro, lei venne violentata con la stessa spranga che le ruppe il cranio, e il tutto per nessuna ragione particolare. Davide Pelliciardi ottenne un risarcimento da 1 milione di euro dalla sentenza, che però ora “esiste solo sulla carta”, nessuno gli ha riconosciuto nulla, né ha mai ricevuto risarcimenti o tutele dallo Stato, che ora, anzi, si rivale su di lui.