Nuovo virus in Cina
Un nuovo virus spaventa la Cina. Si chiama Langya Virus (LayV) ed è stato individuato nel Paese asiatico, dove ha già infettato 35 persone nelle province di Shandong e Henan. Appartiene al genere henipavirus, è stato riscontrato nei tamponi faringei grazie all’analisi metagenomica e poi all’isolamento del patogeno. Si tratta di una zoonosi, ossia una malattia proveniente dagli animali che passa all’uomo. La patologia è stata descritta in uno studio condotto da scienziati di Cina e Singapore e pubblicato sul Nejm.
I sintomi che la malattia riscontrata in Cina provoca sono come febbre, affaticamento, tosse. Tale virus può compromettere anche le funzionalità epatica e renale. Non esiste attualmente un vaccino o un trattamento per l’Henipavirus e l’unica terapia consiste nel cercare di non aggravare i sintomi. La malattia appartiene al genere henipavirus ed è una delle zoonosi emergenti nella regione Asia-Pacifico. Anche altri virus simili sono stati osservati nella regione: parliamo di Hendra (HeV) e Nipah (NiV), che possono infettare gli essere umani.
Cos’è il Langya virus
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), gli henipavirus ai quali Langya Virus (LayV) appartiene, possono causare gravi malattie negli animali e nell’uomo. Hanno tassi di mortalità compresi tra il 40 e il 75% come spiega “Nursetime”. Maria Caramelli, veterinaria del Laboratorio Sorveglianza malattie emergenti dell’Istituto zooprofilattico del Piemonte, ne ha parlato all’Adnkronos salute: “Il virus Langya (LayV) è una zoonosi che va sorvegliata molto bene. È un patogeno del genere degli henipavirus, che si trovano nei pipistrelli o nei topi, ragno dove hanno il loro serbatoio. Ad esempio il virus Nipah è di questo genere e può colpire i cavalli, ma questi agenti hanno un grande spettro di animali da infettare, compreso l’uomo. Quindi c’è una certa preoccupazione per questo focolaio cinese“.
A detta dell’esperta, è difficile il passaggio da uomo a uomo: “Ora, però, questo cluster è legato a condizioni di promiscuità con gli animali. Sappiamo che per questo genere di virus un passaggio uomo-uomo è sporadico e ha una scarsa efficacia, ma non può essere escluso, come ci insegnano altri casi. Oltre il 70% delle malattie che colpiscono l’uomo arrivano dagli animali, e questo ci deve far ragionare sull’importanza della prevenzione e della sorveglianza, che in Europa è alta, ma in altri Paesi è più bassa. Certo, il fatto che questo cluster sia venuto alla luce è un buon segnale”.