Antonino Spadaccino, protagonista indiscusso dell’ultima edizione di “Tale e Quale Show”, è intervenuto nella puntata di “Verissimo”, programma di Canale 5 condotto da Silvia Toffanin. Il cantante ha parlato di sé: “Sono coraggioso, anche se molto timido. Molte cose nella mia carriera me le sono andate a prendere, pur senza vincere o ottenere risultati da prima pagina. Sono andato a ‘X Factor’ in Inghilterra, ho ricevuto 5 standing ovation e l’abbraccio di Robbie Williams. Mia mamma Rosa mi ha detto: ‘Tu sei un bravo figlio, mi stai dando le soddisfazioni che volevo da te'”.
La passione per il canto ad Antonino Spadaccino è stata trasmessa dal padre, che non ha mai avuto la fortuna di sfondare nel mondo della musica, pur essendo dotato di una grande voce: “Cantiamo poco insieme, accadde però in maniera fantastica ad Amici, quando io e lui portammo sul palco un duetto meraviglioso. Peraltro, ad Amici fui seccato al primo provino da Beppe Vessicchio, mentre l’anno successivo arrivai più preparato: andò un pelino meglio, ma non fui preso. Al terzo tentativo non volevo più presentarmi: mio padre mi ha spinto a farlo e ho vinto Amici 2005. Era un momento storico differente dal nostro: noi entravamo nelle case degli italiani ogni giorno tutti i pomeriggi”.
ANTONINO SPADACCINO: “DA RAGAZZO HO SOFFERTO MOLTO PER IL BULLISMO”
A “Verissimo”, Antonino Spadaccino ha raccontato la parte più difficile del post Amici: “Un ragazzo cicciottello e sorridente non corrispondeva alle linee discografiche dell’epoca e ho molto sofferto per questo body shaming. Io ho subìto bullismo per il mio fisico, per il mio orientamento s*ssuale. Fortunatamente ho avuto con i miei genitori un rapporto fantastico sin dall’infanzia, poi, improvvisamente, mi sono trovato un mondo di dita puntate contro di me”.
Mamma Rosa soffre di Alzheimer e Antonino Spadaccino è il suo caregiver: “Durante la pandemia di Covid la sua situazione si è aggravata. Io conosco bene mia madre, lei è sempre stata predittiva, è sempre stata un po’ maga. Quando ho visto che a poco poco la sua energia si sgretolava, mi sono preoccupato. Ho trovato il modo per non farle vivere questa cosa come una colpa. L’Alzheimer non è una passeggiata né per chi lo vive, né per chi sta intorno alla persona malata: di sicuro, l’amore, la presenza, la tenacia e il coraggio riescono a riaccendere dei ricordi. Ecco perché è tanto difficile, ma ci sono anche dei momenti in cui torna a essere lei e ti si riaccende il cuore. È bellissimo, non ci sarà mai qualcuno di fianco a mia madre che non sia io. Devo essere io”.