La serie tv “Suburra” è finita nel mirino della popolazione della città di Ostia, che chiede in massa lo stop alle riprese. La nuova stagione dovrebbe essere registrata a partire da lunedì, ma numerosi cittadini hanno chiesto di “bloccare la “gogna mediatica e facili etichettature su mafia e Ostia”. Ad approfondire la questione è il quotidiano “La Repubblica”, sul quale campeggia lo sfogo di Mattia Petrini, 33enne figlio del titolare dello stabilimento balneare “La Nuova Pineta-Pinetina”: “Dopo il commissariamento per mafia è sempre la stessa storia, siamo ormai etichettati e fiction come Suburra contribuiscono ad alimentare questa immagine che si vuole dare ma è sbagliata. Non sono io la persona preposta a dire se a Ostia ci sia la mafia: noi siamo cresciuti con l’idea che la mafia fa un certo tipo di azioni, che a Ostia sono circoscritte a realtà delinquenziali che ci sono in ogni parte d’Italia”.
L’associazione “Il Marforio”, sui social media, ha domandato ufficialmente di dire basta a “Suburra”, in quanto “infanga il nome di Ostia e dei suoi cittadini: conosciamo quanto la serie Suburra, e il precedente film di Stefano Sollima, danneggiò l’immagine di Ostia. Ci descrissero come un territorio di mafia, in balìa di guerre intestine tra clan: la serie televisiva di Netflix romanzò una realtà amplificata all’ennesima potenza per catturare ascolti facili. In una chirurgica operazione di marketing per portare soldi a Netflix, in quasi ogni scena si è messa in atto una macchina del fango contro Ostia e i suoi cittadini. Una gogna mediatica cui nessun sindaco – o sindaca – si è mai opposto”.
“SUBURRA INFANGA IL NOME DI OSTIA”: MA LA POLITICA NON INTERVERRÀ
A Ostia, ha ricordato “La Repubblica”, dopo il commissariamento per mafia e le inchieste sulle collusioni fra clan, amministratori municipali, politici e colletti bianchi di Ostia, il rapporto fra la cittadina e la mafia rappresenta una ferita ancora aperta. Tanto che, dall’altro lato, sono molti coloro che riconoscono la problematica e si oppongono alle critiche nei confronti di “Suburraterna”.
La politica, dal canto suo, ha fatto intendere a chiare lettere che non avanzerà alcuna richiesta di stoppare le riprese di Suburra a Netflix: “Il problema di Ostia non sono queste fiction che portano indotto ed economia, ma la mala politica che non tiene conto delle esigenze del territorio come rifiuti, trasporto e sanità“, ha detto al quotidiano Giuseppe Conforzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale.