A poche ore dall’incredibile assalto alle sedi dei poteri esecutivo, giudiziario e legislativo del suo Paese, giungono importanti novità su Jair Bolsonaro. Come reso noto dal quotidiano O Globo, l’ex numero uno di Brasilia è stato ricoverato in un ospedale di Orlando, in Florida, a causa di forti dolori addominali. Il 67enne si trova negli States da diverso tempo, per la precisione dal 30 dicembre, dunque prima dell’entrata in carica da presidente di Lula.
Secondo quanto confermato dalla stampa brasiliana, il ricovero dovrebbe essere legato ancora una volta all’accoltellamento subito durante la campagna elettorale del 2018. Nel corso degli ultimi anni, infatti, Bolsonaro è stato ricoverato più volte a causa di blocchi intestinali. In attesa di ulteriori aggiornamenti sulle condizioni dell’ex presidente brasiliano, si riflette sulla sua posizione in relazione all’assalto al Parlamento registrato ieri.
La posizione di Bolsonaro
L’assalto ai luoghi del potere brasiliano è stato firmato dai sostenitori radicali di Bolsonaro, pronti a tutto pur di non cedere all’entrata in carica di Lula. Un’iniziativa che ricorda da vicino quanto accaduto due anni fa a Capitol Hill e che rischia di inchiodare l’ex presidente alle proprie responsabilità. Bolsonaro ha provato in ogni modo a smarcarsi da iniziative violente e vandaliche, ma gli attacchi verbali contro il sistema elettorale e la magistratura non sono passati inosservati. Tanto da poter spingere qualche frangia estremista ad entrare in azione. Come riporta l’Ansa, il Senato brasiliano sta raccogliendo le firme necessarie per aprire un’apposita Commissione parlamentare d’inchiesta. Tra i manifestanti identificati, inoltre, è spuntato anche Leonardo Rodrigues de Jesus – noto come “Leo Indio” – ovvero il nipote di Bolsonaro. Attese novità a stretto giro di posta, anche sulla possibile estradizione: interpellato sul punto durante un briefing, il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha affermato di non aver ricevuto nessuna richiesta ufficiale da parte del governo brasiliano.