È corsa alle banche del seme in Ucraina e in Russia dopo l’inizio del conflitto. Le famiglie dei militari, ma non solo, conservano sperma e ovuli nella speranza di poterli utilizzare quando tornerà ad esserci la pace, anche nel caso in cui i proprietari non dovessero più essere in vita. A rivelarlo, come riportato da Avvenire, è stato Fontanka, un sito web di San Pietroburgo, che ha raccontato come il fenomeno sia iniziato dopo la mobilitazione dei primi 300 mila riservisti russi a settembre scorso.
Le coppie interessate a “congelare” la nuova generazione sono numerose. È per questo motivo che Igor Trunov, presidente dell’Unione russa degli avvocati, si è fatto promotore di una richiesta di fondi federali destinati a coprire i costi dello stoccaggio. Quest’ultima è stata accettata dal Ministero della Salute russo. Alcune fonti, tuttavia, ritengono che il processo sia stato inverso, ovvero che il Governo di Vladimir Putin abbia trovato l’espediente della crioconservazione gratuita tra i militari proprio per incentivare questi ultimi al servizio prestato.
Ucraina e Russia, corsa a banche del seme: i militari si assicurano la prole
Il fenomeno della corsa alle banche del seme in Ucraina, invece, seppure abbia subito un altrettanto boom, non ha nulla a che vedere con la politica. A promuovere la conservazione di sperma e ovuli, infatti, sono le cliniche per la fertilità che, prima del conflitto con la Russia, gestivano fiorenti business. Il Paese, infatti, è uno dei più permissivi al mondo in termini di fecondazione assistita e maternità surrogata. In assenza di clientela estera, per il momento, dunque, i servizi vengono offerti ai militari come “polizza” per il futuro delle loro famiglie. I partecipanti sono una quarantina al mese. Al momento della sottoscrizione hanno la possibilità di decidere se le loro cellule potranno essere utilizzate anche post mortem o meno.
I costi sono nettamente inferiori rispetto a prima, talvolta anche azzerati. Il programma “Hero Nation”, tra i tanti, propone forti sconti sulla crioconservazione e sulle procedure di concepimento in vitro. “Se nel tuo Paese c’è la guerra e tu non sei al fronte, devi fare ciò che ti viene meglio. Ecco, noi siamo i migliori a far nascere nuovi ucraini”, questo il motto della clinica illustrato all’Economist qualche giorno fa.