Il caso di Alice Neri appare sempre più complesso, un puzzle dell’orrore in cui la verità è ancora tutta da scrivere. La donna, 32 anni, è stata trovata morta nel bagagliaio della sua auto a Fossa di Concordia (Modena) il 18 novembre scorso, il corpo carbonizzato nella carcassa del veicolo incendiato. Ore 14, trasmissione di Milo Infante su Rai 2, torna sul giallo dell’omicidio e porta davanti alle telecamere la testimonianza di alcuni vicini di casa Mohamed Gaaloul, il 29enne tunisino arrestato quale principale sospettato del delitto. L’uomo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe lasciato l’Italia all’indomani della morte di Alice Neri, ma alcuni residenti dichiarano di averlo visto insieme alla moglie il 27 novembre scorso, diversi giorni dopo la presunta partenza.
Ad attendere la coppia quel giorno, stando alla versione fornita da una vicina di Mohamed Gaaloul, un’auto nera non ancora identificata. Ma ci sarebbero altri misteri nel mistero, come quello del movente (al momento non ipotizzato) e della bicicletta con cui il tunisino avrebbe raggiunto il locale in cui Alice Neri e un collega trascorrevano la serata prima del delitto. La bici, usata da Gaaloul quella notte, alla luce delle dichiarazioni dei suoi vicini potrebbe non di sua proprietà: “Le sue tre biciclette – ha riferito un vicino a Ore 14 –, sono rimaste qui fuori fino al 27 novembre“.
Alice Neri: il giallo dell’auto nera e della bicicletta
Mohamed Gaaloul, principale sospettato per l’omicidio di Alice Neri, è in carcere e in sede di interrogatorio di garanzia avrebbe sostenuto di essere partito per lavoro. L’uomo, tunisino di 29 anni fresco di nozze con una giovane donna greca, secondo la ricostruzione avrebbe lasciato l’Italia dopo il delitto ed è stato arrestato in terra francese, al confine con la Svizzera, poche settimane fa. Ma i vicini, riporta Ore 14, dicono di aver visto la coppia il 27 novembre – ben oltre la data in cui Gaaloul, stando all’accusa, si sarebbe dato alla fuga -, e che ad attenderli sotto casa c’era “un’auto nera“: “Li ho visti quel giorno andar via – ha affermato una vicina dei due –, che uscivano normalmente senza nulla, lei con la solita borsa. C’era una macchina ad attenderli e sono saliti nella parte posteriore. Era una macchina nera, non ho visto chi era alla guida“.
Nel racconto dei vicini di Mohamed Gaaloul spunta anche il giallo della bicicletta. Stando alla loro versione, il tunisino ne avrebbe possedute tre e tutte sarebbero state al loro posto, all’esterno della sua abitazione, fino alla data del 27 novembre. Questo alimenterebbe il sospetto che il 29enne possa aver utilizzato la bici di un’altra persona per raggiungere il locale in cui si trovava Alice Neri la notte del delitto. Ancora troppi interrogativi si addensano intorno alle ultime ore della 32enne.