LA VERSIONE DI SOUMAHORO SU CASA, FIGLIO E INDAGINI: “LINCIAGGIO MEDIATICO CONTRO DI ME”
Difesa su tutta la linea quella andata in scena ieri a “DiMartedì” su La7 per il parlamentare appena passato al Gruppo Misto, Aboubakar Soumahoro: dopo l’addio al veleno a Verdi-Sinistra, con tanto di accuse contro i leader politici Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, il deputato ex leader dei braccianti prova a spiegare il perché non si sia mai occupato degli “affari di famiglia” legati alle coop di aiuto migranti messe in piedi dalla suocera Marie Therese Mukamitsindo e dalla moglie Liliane Murekatete, entrambe indagate per truffa aggravata, false fatturazioni, malversazione, stipendi non pagati, strutture fatiscenti e false fatturazioni. «Non sapevo niente! Contro di me un continuo linciaggio mediatico», denuncia Soumahoro tornato nuovamente in tv.
«Sono stato eletto per una missione ossia dare una rappresentanza ai diseradati, ai senza casa, ai precari, a chi viene discriminato per l’orientamento sessuale, ai braccianti, agli zappatori, ai riders, ai lavapiatti», afferma un inizialmente molto serafico Aboubakar Soumahoro, salvo poi raccontare da vicino il peso di questi ultimi mesi a colpi di “caso Soumahoro” apparso su tutti i media. «La mia vita è all’interno di una betoniera. Al posto del calcestruzzo, c’erano menzogne, diffamazione, minacce di morte. Giornalisti che entravano nel cortile di casa, con un bambino di tre anni che di notte si svegliava per chiedere: ‘Papà, perché?’», lamenta il deputato allontanando da sé ogni tipo di accusa. Sul tema dirimente della casa e del mutuo, Soumahoro risponde così alle domande dei giornalisti: «La risposta è che ho anche scritto un libro, ma per vent’anni ho lavorato. Gli atti della casa comprata sono presso l’Agenzia delle entrate. Aggiungo che fino a quando una persona con melanina diversa, io direi ‘diversamente abbronzato’, vive nei sottoboschi e paga un affitto, va bene. Ma io ho comprato quella casa come qualsiasi cittadino con proventi di attività lecita, anche perché mio figlio non sta bene». La domanda su come abbia fatto a comprare una casa – visto che, stante le sue affermazioni, dice di non aver mai utilizzato i soldi guadagnati dai lavori di famiglia – viene elusa da Soumahoro, che si limita a dire il perché di tale scelta: «Mio figlio non sta bene. E il dottore di famiglia ci ha consigliato di portarlo in una zona di mare».
ABOUBAKAR SOUMAHORO ATTACCA BONELLI E FRATOIANNI: “PRIMA I SELFIE, ORA MI EVITANO”
Floris interviene e sottolinea come tale domanda sia stata elusa, con Aboubakar Soumahoro che non aggiunge altro pur davanti ai servizi che lo ritraevano durissimo nei giudizi politici contro gli avversari: «Il problema che ha lei onorevole è che gli italiani non le credono più. Lei sta prendendo in giro gli italiani: ha ricostruito tutta questa storia in maniera talmente incredibile che, o davvero siamo di fronte a qualcosa di unico, oppure lei ci sta prendendo in giro», attacca il direttore di Libero Alessandro Sallusti facendo riferimento alle attività di famiglia. «Se sua suocera e sua moglie si fossero occupate di vendere auto, non ci sarebbe stato alcun problema: lei si occupa di cooperative, facchini, migranti e braccianti, quindi avrebbe potuto dire di non saperne nulla. Ma non è così. Lei lavora nello stesso settore di sua suocera», affonda Sallusti.
Alcune “risposte” le pone poi oggi lo stesso Soumahoro nella lunga intervista sul “Riformista” dove torna poi anche ad attaccare il suo ex partito, AVS: «subito linciaggio mediatico. E’ un processo a reti unificate con un dolore e una sofferenza che non auguro a nessuno in questa vita. In questo Paese pesa molto essere neri. Rende tutto molto più complicato e non lo scopriamo oggi». In merito al suo rapporto con Fratoianni e Bonelli, il deputato oggi nel Gruppo Misto non si risparmia: «Quelli che erano venuti a cercarmi per candidarmi e che in campagna elettorale mi chiedevano i selfie, a un certo punto li ho visti attraversare la strada per non incontrarmi. Con una dinamica che si fatica a capire, il giorno prima ti incensano e il giorno dopo ti allontanano». In merito però alle indagini sulle cooperative di famiglia – la Karibu e la Consorzio AID – Soumahoro si limita a riferire «A fine 2021 lessi alcuni articoli di stampa sulla mancata retribuzione di alcuni dipendenti della Karibù e, pur non avendo alcun interesse diretto nelle cooperative, chiesi immediati chiarimenti al riguardo. Mi dissero che non erano arrivati tutti i soldi necessari per pagare gli stipendi e che erano stati sollecitati gli enti pubblici ritardatari. Chiesi di far presto, per quanto possibile. Una situazione sulla quale non potevo però influire e sulla quale non ho responsabilità di alcun genere».