Quando è stata annunciata la morte del Papa emerito Benedetto XVI, la notizia è stata data dai media di tutto il mondo con modi diversi. Ma una rivista tedesca per il suo ora è indagata dalla polizia in Germania. Si tratta della testata Queer.de, che ha dato la notizia titolando: “È morto uno dei più grandi agitatori ostili verso i queer”. Un necrologio che non è passato inosservato sui social, infatti per una denuncia la polizia di Berlino ora sta indagando la testata per diffamazione della memoria del defunto. Lo ha confermato un portavoce della polizia ai microfoni di Süddeutsche Zeitung. Nel mirino non è finito solo il titolo, ma l’articolo stesso.
In un passaggio, ad esempio, si parla a proposito di Benedetto XVI di «odio omosessuale come marchio di fabbrica», in relazione alle posizioni del Papa emerito su questioni come il matrimonio omosessuale, con citazioni e fonti, descrivendo brevemente anche il lavoro di Ratzinger come capo della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il necrologio del sito tedesco Queer include un link ad un testo dello stesso portale risalente al 2013, in cui il caporedattore Norbert Blech a proposito delle dimissioni di Ratzinger commentò: «Siamo redenti!». E ancora: «Uno dei peggiori agitatori contro gay e lesbiche si dimette dal suo incarico».
TESTATA INDAGATA PER “DENIGRAZIONE MEMORIA DEL DEFUNTO”
Il sito tedesco Queer è estremamente popolare in Germania, infatti la redazione si descrive come «il più ricco e importante mezzo di comunicazione online LGBTI della Germania» e si definisce con autoironia, oltre che tra virgolette, come un «organo centrale della lobby gay». Da rivista cartacea, che prima appariva mensilmente, ora è un sito internet indipendente. Comunque, c’era già quando il Papa era Giovanni Paolo II. Negli anni ha affrontato criticamente le questioni di fede e le posizioni della Chiesa sull’omosessualità, “guadagnandosi” minacce e tentativi di intimidazione. Le varie denunce non hanno però portato mai a nulla. Venerdì scorso la testata ha ricevuto una comunicazione dal sovrintendente della polizia di Berlino, una e-mail con allegato un modulo standard della polizia con la richiesta di ulteriori informazioni «nell’ambito delle indagini sul (reato di) denigrazione della memoria del defunto» avvenuta alle ore 20:10 del 31.12.2022.
Non era di certo la prima lettera ufficiale arrivata dalla polizia, ma non sanno chi li ha segnalati. Per questo, hanno dato incarico ad un avvocato che vuole accedere ai documenti per approfondire la questione. Un portavoce della polizia a Süddeutsche Zeitung ha spiegato che la denuncia è stata fatta da «una persona privata, non un’istituzione». L’indagine, comunque, è in corso e non è chiaro quando verrà chiusa. Ma per il direttore della testata è inconcepibile «che ci sia davvero un’incriminazione e un processo con condanna». Il direttore regionale di Berlino del Sindacato dei giornalisti tedeschi, Jörg Reichel, ha twittato in merito alla vicenda: «Lunghe indagini o un’incriminazione da parte della procura sarebbero un attacco alla libertà di stampa».