La richiesta di revisione del processo sulla strage di Erba è quasi pronta. Ad annunciarlo è stato l’avvocato Fabio Schembri, legale di Olindo Romano e Rosa Bazzi, a “Lombardia Nera”. L’istanza potrebbe essere depositata a metà febbraio. «Ci sono elementi nuovi, che non sono stati valutati da nessun giudice. Noi puntiamo a scardinare nettamente ogni prova di accusa: la confessione, Frigerio e la macchia sul battitacco. Abbiamo su ogni prova degli elementi che vanno a sindacare e scardinare la costruzione della prova stessa».
Il legale assicura che ci sono elementi nuovi, cioè mai entrati nelle sentenze, alcuni dei quali comunque già noti. «Ci sono anche elementi di carattere scientifico secondo cui quando Frigerio iniziò a dire che l’aggressore era ‘Ottolindo’ aveva subito un percorso seguito dagli inquirenti che inquinò i suoi ricordi, inoltre stava male e non era capace di rendere una testimonianza». Riguardo, invece, i tempi relativi alla presentazione della richiesta di revisione: «Spero che in un mese riusciamo ad assembrare tutto il materiale, comprese le consulenze che gli esperti stanno terminando. Metà febbraio? Suppongo e mi auguro di sì».
LA TESTIMONIANZA DI MARIO FRIGERIO
Nel corso del suo intervento, l’avvocato Fabio Schembri spiega che la testimonianza di Mario Frigerio, non più in vita, rientra dunque nell’istanza di revisione del processo. «Il problema cosa è accaduto nel percorso che ha portato a dire di aver visto Olindo e Rosa. Lui inizialmente non ha riconosciuto sostanzialmente nessuno dei due. Lui aveva detto di aver visto uno sconosciuto, un uomo olivastro, specificando non di Erba, con determinate caratteristiche somatiche, identificandolo in un soggetto che avrebbe potuto avere a che fare con la casa dei Castagna», ha spiegato a “Lombardia Nera”. A tal proposito, ha fatto riferimento ad una «serie di elementi nuovi che vanno a spiegare bene il percorso di Frigerio fino all’udienza». Perché da quel soggetto è passato ad Olindo Romano? «Durante la degenza fu visitato da alcuni carabinieri, qualche giorno dopo la strage e successivamente, prima di essere visto dai pubblici ministeri. Il nome di Olindo gli venne pronunciato dai carabinieri, ci sono intercettazioni ambientali, anche se ne manca una», ha aggiunto il legale.
Inoltre, ha spiegato cos’altro intende provare. «I primi 15 giorni, quando indicava un soggetto sconosciuto senza pressione alcuna, diceva ciò che ricordava. Invece quando indicò Olindo Romano per la prima volta aveva subito una sorta di pressione da parte di alcuni inquirenti, e questo è certificato, e fu rivolta ad un soggetto che stava male. In una prima fase col pm è reattivo, da un certo momento in poi – e su questo ci sono prove nuove – inizia a stare male. Infatti, furono i pm a mandargli lo psichiatra». Il legale cita anche una intercettazione ambientale in cui Mario Frigerio «non riusciva a fare una sottrazione, non sapeva che giorno era… A più riprese gli è stata prospettata la possibilità che potesse essere stato Olindo l’autore della strage». Inoltre, ha ricordato che «per un anno Frigerio non ha mai detto di aver visto una donna e non avrebbe potuto vedere» Rosa Bazzi.
IL NUOVO TESTIMONE E LA PISTA DELLO SPACCIO
Ma l’avvocato Fabio Schembri si sofferma anche sul nuovo testimone a “Lombardia Nera”, spiegando il motivo per il quale è importante la pista dello spaccio di droga. «Non penso che abbia interessi particolari, perché si accusa, visto che ammette di aver effettuato lo spaccio e di essere stato condannato. In carcere c’è già stato. Racconta cosa che trovano riscontro nelle indagini fatte dalla guardia di finanza, che per un breve periodo ebbe la delega alle indagini. Lo trovarono loro, era residente nella casa della strage, che frequentava. In quel momento era in carcere a Como, poi fu arrestato di nuovo per il traffico internazionale di stupefacenti. Il telefono fisso della casa della strage in quel periodo era intercettato proprio per il traffico del testimone e dei fratelli di Azouz Marzouk (marito di una delle vittime, ndr)». Oggi quell’uomo racconta che all’epoca c’era una faida con un gruppo rivale. «Lui e il fratello di Azouz vennero accoltellati impedendo ai rivali di salire a casa, anche questa intestata a Raffaella Castagna». Le due case erano attenzione in seguito al traffico di droga. Ma nessuno ha mai sentito quest’uomo. «Come mai i fratelli di Azouz non hanno mai parlato con gli inquirenti di questi fatti?».