Verona: carcerato evirato con una lametta in cella
La storia del carcerato che si è evirato a Verona risale al 2012, ma la sentenze del tribunale, che da ragione a quello che ora è un ex detenuto, sarebbe arrivata solamente in questi giorni. Secondo i giudici che si sono espressi sul caso, in entrambi i gradi di giudizio che il carcerato ha affrontato, la colpa del gesto sarebbe in larga parte del Ministero della Giustizia (che gestisce tutte le strutture carcerarie italiane) per non aver vegliato a sufficienza sul detenuto.
Il Tribunale avrebbe, insomma, deciso che lo Stato dovrà parare un risarcimento da circa 50mila euro al carcerato che si è evirato con una lametta all’interno della sua cella. Trattandosi, infatti, di un soggetto affetto da problematiche psichiatriche accertate anche dalla struttura carceraria, ci sarebbe dovuto essere un maggiore controllo su di lui. Inoltre, infatti, il carcerato che si è evirato, appena due giorni prima di questo gesto, aveva già provato a tagliarsi i polsi, venendo sottoposto a quello che fu definito un regime di sorveglianza stretta. La struttura carceraria avrebbe dovuto fare di più per impedire che il carcerato che si è evirato accedesse alle lamette, circostanza che non è però stata mai definita concretamente.
Le motivazioni della sentenza
Il carcerato che si è evirato, insomma, ora riceverà dallo Stato un risarcimento dal valore ci circa 50mila euro, in seguito ad un processo che è durato ben 10 anni. La sentenza, inoltre, riporta il Corriere della Sera, sarebbe definitiva e non ci saranno altre possibilità di appello da parte dello Stato. Emessa in primo grado a Venezia nel 2019, infatti, è stata completamente confermata dai magistrati della Corte d’Appello di Venezia recentemente, in occasione però anche della scadenza per presentare ulteriori ricorsi.
Secondo la sentenza, citata dal Corriere, il penitenziario non ha “esercitato una vigilanza idonea” ad impedire al carcerato che si è evirato di accedere alle lamette. Lo racconta anche l’avvocato dello stesso detenuto, Edoardo Lana, che sottolinea anche come “questa sentenza rappresenta una grande soddisfazione umana e professionale, non solo per il tema di natura assolutamente personale trattato, ma anche per la complessità istruttoria espletata nel corso dei due gradi di giudizio”. Secondo l’avvocato del carcerato che si è evirato a Verona, l’uomo per anni era afflitto dalla “la sentenza riequilibra una situazione di grave ingiustizia morale e giuridica”.