Il piano PNRR per gli asili nido
Nell’ambito del PNRR è stato anche inserito un nuovo piano per gli asili nido. È previsto, infatti, uno stanziamento da 4,6 miliardi di euro per l’attivazione di 250 mila nuovi posti per i bambini dagli 0 ai 6 anni, che tuttavia aprirebbe anche a nuovi, allarmanti, problemi. Infatti, secondo quanto evidenziato dalle associazioni Alleanza per l’infanzia ed EducAzioni, se ciò avvenisse veramente si creerebbe un buco di almeno 32 mila educatori, con il concreto rischio che si aprano delle strutture pronte ad accogliere i bambini, entro il 2025 previsto, ma senza che vi sia il tempo di assumere abbastanza educatori, rendendo di fatto il piano inutile e controproducente.
L’idea del Governo, che si inserirebbe nel contesto dei fondi previsti grazie al PNRR, è quella di attivare entro il 2025 un totale di 264.480 posti in asili. In ballo c’è un finanziamento da 3 miliardi di euro, che si aggiungeranno agli 1,6 miliardi già stanziati per i progetti in atto, e dei quali 900 milioni andrebbero a coprire proprio i costi delle nuove assunzioni di educatori. Si tratta, concretamente, del più significativo ed ampio intervento nell’ambito degli asili nido e punta a coprire il 33% della popolazione compresa tra i 3 e i 36 mesi, a quanto riporta il Corriere della Sera. L’emergenza degli educatori, però, non riguarderebbe solamente la questione delle assunzioni, ma anche della concreta formazione degli educatori, come evidenziano le due associazioni che hanno lanciato l’allarme.
Asili nido: il buco da 32mila educatori
Le stime riguardo alle nuove assunzioni che serviranno a coprire i nuovi posti negli asili nido del PNRR parlano di almeno 32 mila educatori necessari. Il tutto, però, si inserisce in un settore che è già soggetto a sistematiche carenze di personale, come evidenziano Alleanza per l’infanzia ed EducAzioni in una nota rivolta al governo. Gli educatori sono merce rara, scrivono, e nei prossimi 10 anni il numero di insegnanti sarà destinato a dimezzarsi con i pensionamenti.
“È urgente”, scrivono le associazioni nella nota sugli asili nido, “una programmazione articolata e congiunta tra Atenei, Amministrazioni regionali e Enti Locali affinché vengano formati educatrici/educatori e docenti in numero corrispondente al fabbisogno. Le studentesse, quasi esclusivamente donne, che accedono al percorso formativo per educare negli asili nido sono in numero relativamente basso rispetto al fabbisogno attuale e futuro. Occorre”, concludono, “da un lato riconoscere maggiormente questa professione, dall’altro intervenire radicalmente sulla giungla contrattuale”.