Sant’Elia si celebra il 16 febbraio come ogni anno e viene considerato il protettore contro i fulmini e i temporali. Questo perché nella Bibbia si dice di lui che era nel suo potere la possibilità di far discendere “il fuoco dal cielo”. Anche per questo motivo è stato poi considerato il patrono degli aviatori. Nel giorno del 16 febbraio di ogni anno nel calendario romano vengono ricordati oltre a Sant’Elia anche altri personaggi che si sono messi in evidenza per la loro fede incrollabile e per le gesta. In particolare, si commemorano Santa Giuliana, San Maruta, la Beata Filippa Mareri, il Beato Nicola Paglia, il Beato Giuseppe Allamano, San Geremia, Sant’Isaia, San Samuele e San Daniele.
Sant’Elia, la vita del Beato
Le vicende relative alla vita Sant’Elia e soprattutto al suo martirio insieme ad altri compagni come San Geremia, San Samuele e San Daniele sono avvenute nel corso del IV secolo dopo Cristo, in particolare nell’anno 310. Era un periodo particolarmente difficile per i cristiani in ragione delle persecuzioni volute dagli imperatori romani. Sant’Elia insieme ai propri compagni venne arrestato perché si occupò in Palestina dei Cristiani d’Egitto condannati alle miniere in Cilicia. Per questo loro atto di generosità vennero prima arrestati dal governatore Firmiliano e poi torturati proprio come voleva la loro imperatore Galerio Massimiano. Secondo la tradizione Elia e i suoi compagni erano di nazionalità egiziana e decisero di convertirsi al cristianesimo. In quel periodo si trovavano in Cilicia che era una regione dell’attuale Turchia meridionale proprio con l’intento di dover dare conforto ad altri cristiani condannati ai lavori forzati nelle terribili miniere. Purtroppo proprio in quei mesi ci fu l’ascesa al trono imperiale di Galerio Massimiano il quale decise di intensificare la violenza delle persecuzioni contro i cristiani che erano già stati messi in grande difficoltà dalla violenza di Diocleziano.
L’arresto avvenne durante il percorso per far ritorno in Egitto per mano delle guardie imperiali. Come detto Elia e i suoi quattro amici vennero immediatamente condannati e sottoposti a indicibili torture. La loro triste vicenda si concluse il 16 febbraio dell’anno 310 quando vennero decapitati. Le vicende vennero poi riportate nell’opera intitolata Martiri della Palestina scritta dal celebre storico ecclesiastico Eusebio Di Cesarea il quale ha raccontato che lo stesso giorno furono martirizzati anche altri esponenti della cristianità ossia il suo maestro e amico Panfilo, Valente e Paolo che erano dei diaconi di Gerusalemme, Porfirio che era un servo di Panfilo, Seleuco e Teodulo.