Chi è Giovanni Senzani, docente universitario e brigatista influente
Giovanni Senzani è stato uno dei volti più influenti delle Brigate Rosse, protagonista di alcuni degli eventi più eversivi del movimento di estrema sinistra. Una delle peculiarità relative alla sua vita riguarda la segretezza del doppio incarico che ricoprì per lungo tempo. Quando entrò a far parte delle BR nel 1978 era infatti anche consulente del Ministero di Grazia e Giustizia, oltre a svolgere l’attività di docente come esperto in criminologia.
Giovanni Senzani ha iniziato la sua attività da brigatista negli anni ’70, arrivando ad essere uno dei massimi esponenti del movimento di estrema sinistra sul finire del decennio al fianco di Mario Moretti. Saranno proprio loro le menti che organizzeranno il rapimento di Giovanni D’Urso, allora direttore degli istituti di prevenzione e pena. La sua influenza acquista un peso specifico dopo la scarcerazione in seguito al primo arresto avvenuto nel ’79 dipeso da alcune intercettazioni telefoniche con un medico chirurgo di Genova, presunto collaboratore delle Brigate Rosse. Nel 1981, dopo l’arresto di Moretti, fonda il Partito della Guerriglia avviando la scissione dalla parte militarista delle BR. Verrà arrestato l’anno successivo a Roma, in seguito a delle indagini che lo vedevano coinvolto in intrighi internazionali tra attività di spionaggio e servizi segreti.
Giovanni Senzani, il suo ruolo nella tragica esecuzione terroristica di Roberto Paci
Il nome di Giovanni Senzani è anche legato ad un evento quasi unico nella storia delle Brigate Rosse. La notizia del pentimento di Patrizio Paci agli inizi degli anni ’80 portò l’esponente del movimento di estrema sinistra a correre ai ripari; trattandosi del primo caso di collaborazione con la giustizia, partecipò all’operazione volta a trovare i presunti complici del pentito. Nel mirino, finì proprio il fratello di Paci, Roberto, rapito e sottoposto alla sentenza del Processo Proletario.
Secondo le ricostruzioni giudiziarie, Giovanni Senzani ebbe un ruolo di prim’ordine nel rapimento in stile mafioso di Roberto Paci, reo di essere il fratello del primo brigatista pentito, Patrizio Paci. Alla cattura seguirono giorni di torture e di interrogatorio fino alla tragica esecuzione del giovane brigatista, accusato di aver avallato la collaborazione del fratello per la giustizia italiana. Secondo alcune teorie, l’esecuzione del brigatista fu un messaggio rivolto a tutte le parti coinvolte nel caso Moro. L’uccisione avvenne con undici colpi, corrispondenti ai giorni di segregazione di Aldo Moro. Oggi Giovanni Senzani, dopo 17 anni di carcere e 11 di semilibertà, è un uomo libero ma lontano da movimenti politici.