Attilio Fontana, ricandidato alla presidenza della Regione Lombardia con lo schieramento di Centrodestra (oltre alla sua lista civica) è intervenuto ai microfoni di “Linea d’ombra per te”, programma di Telenova, per esporre le sue idee in chiave elettorale. Fontana ha in primis asserito che, nei suoi incontri con gli elettori, la richiesta più frequente che gli viene indirizzata riguarda le liste d’attesa della sanità: “Questa è la nota più dolente, ma bisogna ricordare che purtroppo siamo reduci da due anni passati quasi esclusivamente a occuparci del Covid – ha dichiarato –. Certi ospedali in pandemia sono stati convertiti interamente, altri solo in parte. Poi, è evidente che manchino medici e infermieri, ma non scordiamoci di quanto vissuto”.
Esiste un’app, ha ricordato Attilio Fontana, denominata “Salutile”, che a suo giudizio consente di accorciare di molto i tempi per l’erogazione delle prestazioni di natura medico-sanitaria: “Le persone che aspettano per mesi evidentemente non la utilizzano. Ciò detto, c’è molto da fare per eliminare le liste d’attesa. Per incrementare i medici ospedalieri, occorre aumentare il numero dei laureati e delle specialità. A livello nazionale sono state fatte scelte scellerate: dal 2011 al 2019 sono stati tagliati al comparto Sanità 37 miliardi di euro”.
ATTILIO FONTANA: “CASE DI COMUNITÀ IMPORTANTI, MA DOBBIAMO ANCHE AIUTARE I MEDICI DI BASE”
Successivamente, Attilio Fontana ha rammentato che il PNRR dovrebbe portare 1,2 miliardi di euro alla sanità, che integrati con 800 milioni messi dalla Regione Lombardia, consentiranno la realizzazione delle case di comunità, “previste dalla legge Maroni e riproposte dalla legge nazionale, la quale, sulla base delle risorse PNRR, ci ha detto di andare avanti in questa direzione. Credo molto nelle case di comunità, anche se dobbiamo riempirle concretamente. In alcune di esse ci sono opposizioni e dubbi da parte dei medici di base e tutto diventa più complicato”.
Secondo Fontana i medici di base sono la prima e la più importante risposta sanitaria che va data al cittadino, “altrimenti tutti si rivolgono al pronto soccorso. Il punto è che molti di loro sono oberati dalla burocrazia e sottoposti a controlli sotto questo aspetto, quindi voglio anche difenderli. Bisognerebbe metterli nelle condizioni di operare meglio e di esercitare la loro professione”. Il pronto soccorso è “l’ultimo anello di questa situazione difficile e complessa. L’80 per cento sono codici bianchi o verdi. Ecco perché io credo che le case di comunità potrebbero essere utili”.
ATTILIO FONTANA: “TORNASSI INDIETRO, NON ASCOLTEREI PIÙ IL GOVERNO…”
Sempre nell’ambito dell’intervista rilasciata a “Telenova”, Attilio Fontana ha voluto precisare che “stiamo facendo, mediante l’assessore Bertolaso, una serie di interventi tesi ad abbattere le liste d’attesa. In più, bisognerebbe rivedere con il governo tutta la programmazione dei laureati e degli specializzati”. Se potesse tornare indietro, Fontana non ascolterebbe più il governo “quando, alla fine di gennaio 2020, mi diede del ‘razzista’ perché lanciai l’allarme Covid, con Zaia e Fedriga, dicendo che c’era la necessità di mettere in quarantena le persone che arrivavano dalla Cina”.
Come assessore alla Sanità meglio Gallera o Moratti? “Gallera ha fatto bene, è stato travolto nel momento del Covid ed è stato rimosso, perché in quel frangente lui stesso era in difficoltà. Sulla Moratti mi astengo dal giudizio, perché ora è andata dall’altra parte…”. Un confronto a quattro con gli altri candidati in vista delle elezioni regionali? “Non lo voglio, ho solo ricevuto insulti e affermazioni non vere. Credo sia meglio esporre i nostri programmi in modo pacato”.