LE PAROLE DI BOMBARDIERI
Al termine dell’incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni, Pierpaolo Bombardieri, Segretario generale della Uil, ha detto, secondo quanto riporta Ansa: “Vogliamo capire se il Governo intende decidere e inserire nel Def misure strutturali per la riforma delle pensioni o se invece continuiamo a discutere”. All’incontro hanno preso parte anche Paolo Capone e Luigi Ulgiati dell’Ugl, secondo cui occorre assicurare “una migliore flessibilità al sistema lasciando alla persona la scelta di valutare se e quando uscire dal mondo del lavoro. Significativa, in tal senso, la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna e l’introduzione di Quota 103, mutuata in parte dall’esperienza di Quota 102, che, nonostante qualche limite, ha svolto una funzione importante. In prospettiva, è possibile ipotizzare almeno due strumenti principali: Quota 41, con riferimento alla sola anzianità contributiva, e Quota 100 ‘libera’, con il doppio riferimento all’anzianità contributiva e all’età della persona, senza paletti”.
LE PRIME REAZIONI DEI SINDACATI ALL’INCONTRO SULLA RIFORMA PENSIONI
Non c’è compattezza nei sindacati neanche dopo questo primo tavolo sulla riforma pensioni 2023 iniziato con la Ministra del Lavoro Calderone e il n.1 dell’Inps Tridico: la Cisl valuta positivamente le aperture dell’esecutivo, mentre il leader della Cgil Landini boccia su tutta la linea la posizione della Ministra. «Oggi è una giornata importante, è partito il confronto sulla riforma del sistema previdenziale. Ho apprezzato la disponibilità della ministra Calderone e del Governo al dialogo finalizzato a cambiare la legge Fornero», spiega all’uscita dal Ministero il leader della Cisl Luigi Sbarra. Durante il tavolo il sindacato “bianco” ha chiesto di ripristinare l’indicizzazione piena delle pensioni e di ripristinare il meccanismo di Opzione donna precedente la legge di Bilancio, ma anche misure di flessibilità in uscita dal lavoro a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.
«Sul quadro delle nostre proposte ci sembra di capire – ha detto Sbarra – che la ministra ha acquisito il contenuto. E’ importante che l’8 febbraio parta il primo tavolo ed è importante che il Governo si sia impegnato a riaprire il dialogo sulla separazione tra previdenza e assistenza. Bisogna fare un’operazione verità, se si separano i costi del sistema previdenziale la spesa è in linea con quelli europea». Da ultimo, il sindacalista Cisl auspica che il Governo possa usare il 2023 per impostare una vera riforma pensioni che «ripristini l’equità nelle regole pensionistiche. Il Def può dare le prime indicazioni ma il confronto deve produrre risultati, il Governo può far confluire l’accordo generale in un collegato alla prossima legge di stabilità. Oggi c’è stato l’avvio del tavolo, noi abbiamo posto il tema delle risorse ma c’è anche un tema di sostenibilità sociale. Auspichiamo che il tavolo produca risultati e vigileremo per evitare che il Governo pensi di distrarsi su questo tema, centrale per la vita delle persone». A caldo uscendo dal Ministero, il leader della Cgil si pone su posizione nettamente più ostile: «L’incontro non è andato bene. Non abbiamo avuto nessuna risposta, solo una disponibilità generica. Non sono state date risposte né sui tempi», né sulle risorse. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI CALDERONE E TRIDICO
Come riporta Ansa, Pasquale Tridico, Presidente dell’Inps, ha spiegato che “il quadro al 2029 non è positivo, il rapporto tra lavoratori e pensionati cala dall’1,4 all’1,3 per arrivare al 2050 a uno a uno. Dal suo punto di vista c’è criticità “nella gestione del pubblico impiego e per gli stipendi erosi dall’inflazione”. Fonti sindacali hanno riportato ad Ansa alcune dichiarazioni del ministro del Lavoro Marina Calderone, che avrebbe garantito l’impegno del Governo “a rivedere le modifiche fatte alla misura Opzione donna”. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, l’Esecutivo vorrebbe procedere a un confronto separato per ogni tematica: l’8 febbraio si dovrebbe parlare di giovani e donne. “Gli altri tavoli riguardano la separazione tra previdenza e assistenza, la flessibilità in uscita e la rivalutazione delle pensioni”. Calderone ha anche espresso la volontà di mettere fine a misure tampone per arrivare invece a una riforma complessiva del sistema.
LE PAROLE DI FONTANA
Durante la presentazione del rapporto di Itinerari Previdenziali, Lorenzo Fontana ha detto che “il sistema pensionistico italiano tiene; ma l’equilibrio su cui si regge è precario, quindi una crisi è sempre possibile. Per evitarla, non basta continuare a tamponare le falle, ma occorre provare a ridisegnare con coraggio e prudenza tutto il sistema. È in questa sfida che si misura la responsabilità della politica”. Il Presidente della Camera ha anche evidenziato che “dal Rapporto emerge anche un’altra e nota criticità del nostro sistema: all’allungamento della vita media, e quindi del numero degli anziani in età di pensione, non corrisponde un indice di natalità adeguato. Dietro la crisi demografica italiana, che non poco grava sul nostro bilancio previdenziale, vi sono cause complesse. Tra queste, sottolineo le difficoltà per i giovani a formare una propria famiglia sia per motivi economici, connessi anche al tardo inserimento nel mondo del lavoro, sia per la difficile conciliazione tra tempo di lavoro e tempo per la famiglia”.
RIFORMA PENSIONI, IL RAPPORTO DI ITINERARI PREVIDENZIALI
Dal decimo Rapporto di Itinerari previdenziali presentato ieri emerge, come riporta Ansa, che la tenuta del sistema previdenziale “non desta preoccupazioni a patto però di compiere scelte oculate su anticipi ed età di pensionamento e di migliorare la politica industriale del Paese”. Nel nostro Paese è migliorato il rapporto attivi/pensionati, che nel 2021, grazie alla ripresa dell’occupazione, è stato pari a 1,421, in crescita rispetto all’1,384 del 2020. Secondo il Rapporto, il sistema pensionistico è in equilibrio, al netto dell’assistenza, “ma la stabilità rischia di essere minata dalle troppe eccezioni alla riforma Monti-Fornero, dall’incapacità di affrontare adeguatamente l’invecchiamento della forza lavoro e da livelli occupazionali da fanalino di coda in Europa per quanto in miglioramento”.
LE PAROLE DI CUZZILLA
A proposito del peso delle spese assistenziali, Stefano Cuzzilla, Presidente della Cida, evidenzia, come riporta Il Denaro, che “prima di mettere le mani sugli assegni pensionistici o ragionare su ipotesi di riforma del settore, sarebbe bene separare i conti della previdenza da quelli dell’assistenza“, anche perché “abbiamo quasi la metà delle pensioni non coperte da contributi: parliamo di 7 milioni di persone assistite su 16 milioni di pensionati. La spesa per assistenza cresce al ritmo del 6% all’anno, quella per le pensioni frutto di contribuzione è in sostanziale equilibrio. Quindi non è vero che i conti pensionistici sono in rosso, è vero piuttosto che con le pensioni – frutto di una vita di lavoro – si sta finanziando un’altra spesa che altrimenti non si saprebbe come sostenere”.
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