Omicidio Ermanno Lavorini, cosa successe a Viareggio il 31 gennaio 1969?
Viareggio, il 31 gennaio 1969 un fatto di cronaca sconvolge l’Italia. Verrà poi ricordato come il “caso Lavorini“, il rapimento e l’uccisione di un bambino di 12 anni. L’omicidio Ermanno Lavorini sul quale restano ancora oggi lati oscuri, verrà ricordato nello speciale documentario Rai: “Viareggio 1969”, in onda il 20 gennaio su rai tre, con la regia di Calusio Pisano. La vicenda racconta del primo caso di rapimento di un minorenne in Italia, un fatto di cronaca nera che ha tenuto con il fiato sospeso tutta la nazione, fino al tragico epilogo della morte del bambino, un mese dopo la scomparsa.
Cosa successe quel giorno di gennaio? Il piccolo Ermanno Lavorini esce per una passeggiata alle 14:30 e non farà mai più ritorno a casa. Poche ore dopo la scomparsa, una telefonata ai genitori li avverte: “Ermanno non tornerà a casa, anzi ritorna dopo cena. Dica a suo padre di preparare quindici milioni e di non avvertire la polizia”. Il mese dopo il cadavere del ragazzino viene trovato in spiaggia a Marina di Vecchiano. Le indagini si concentrano sul luogo della scomparsa, una pineta frequentata di notte da omosessuali in cerca di giovani che si prostituivano. Dalla pista dell’omicidio a sfondo sessuale, parte una caccia al mostro che si concluderà anni dopo con l’arresto di Marco Baldisseri, Rodolfo Della Latta, e Pietrino Vangioni. Tutti e tre risultarono poi essere attivisti del Fronte Monarchico Giovanile.
Viareggio 1969: perchè il caso Lavorini fa ancora discutere
L’omicidio avvenuto a Viareggio 1969, ha tenuto per anni banco sulle pagine delle cronache nazionali, per il fatto che le indagini sono state più volte insabbiate. Dalle iniziali ipotesi di delitto a sfondo sessuale infatti, gli inquirenti sono più volte passati a catalogare il fatto come “omicidio preterintenzionale, in seguito al tentativo di estorsione nei confronti della famiglia di Ermanno. Negli otto anni di tempo che sono serviti per avere una condanna definitiva, gli stessi indagati cambieranno versione più volte, coinvolgendo nomi di altri presunti colpevoli al fine di depistare l’indagine. Ne è risultato in seguito un vero e proprio dibattito che ha diviso l’opinione pubblica, ed è tutt’oggi rimasto aperto.
Questo perchè, i particolari rivelati nel corso del processo, portarono più volte alle conclusioni della Corte di Cassazione che il riscatto chiesto per la liberazione di Lavorini sarebbe in realtà dovuto servire a finanziare organizzazioni di estrema destra. Un movente politico dunque, tutt’altro rispetto al gesto folle di un maniaco. Alla fine i tre ragazzi accusati, vennero condannati per omicidio preterintenzionale, riducendo di molto gli anni da scontare rispetto alla pena per omicidio volontario. Tutta la vicenda ebbe rilevanza non solo perchè fu uno dei casi di cronaca nera più controversi, ma anche perchè, i risvolti politici uscirono in uno scenario d’Italia già segnato dal pesante clima degli “anni di piombo”, iniziato con la strage di Piazza Fontana il 3 dicembre 1969.