L’ANNUNCIO DEL GOVERNO SULLA COMMISSIONE D’INCHIESTA SUL COVID
«A primavera la Commissione d’inchiesta sul Covid deve assolutamente partire, dobbiamo capire cosa è accaduto tra il 2020 e il 2022 e approfondire»: a dirlo, all’Adnkronos Salute, il deputato Fdi e viceministro dei Trasporti e delle infrastrutture Galeazzo Bignami. Dopo che prima della campagna elettorale diversi leader di partito – da Meloni a Renzi passando per Salvini e Berlusconi – avevano invocato una commissione seria d’inchiesta per capire quanto avvenuto nel periodo “choc” della pandemia Covid-19 tra i vertici del Governo e delle autorità sanitarie, ecco giungere una prima garanzia sulle tempistiche in cui far convocare la prima Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid.
Bignami sottolinea come la richiesta della Commissione è stata presentata ufficialmente per l’iscrizione all’ufficio di presidenza della XII Commissione Affari Sociali della Camera, ricevendo conferma della calendarizzazione per la prossima settimana dell’iter di legge. «Poi si passerà al Senato. I tempi? A primavera la Commissione deve assolutamente partire, dobbiamo capire cosa è accaduto tra il 2020 e il 2022 e approfondire», spiega ancora il n.2 di Salvini ai Trasporti. Rispondendo a chi nei mesi scorsi chiedeva di limitare le indagini su alcuni specifici periodi, Bignami puntualizza: «Non siamo disponibili a mettere un perimetro temporale, come qualcuno voleva fare. Dobbiamo indagare per bene e fare chiarezza su tutto: dall’assenza del piano pandemico ai verbali secretati, dalla carenza dei dispositivi alla gestione delle mascherine alle cure domiciliari negate. E non possiamo dimenticare quello che è successo in Val Seriana».
COMMISSIONE INCHIESTA COVID, LE REAZIONI
Dopo la nascita del Governo Meloni, in una conferenza stampa dal Senato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, si era augurato nel breve tempo la nascita di una vera e propria Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid: «Se avessi l’occasione, metterei tutte le fiches sulla commissione d’inchiesta sul Covid. Sul Covid sono girati soldi, tanti soldi. Non ho le prove ma ho elementi numerosi che mi portano a dire che ciò che è accaduto in quei mesi va chiarito, compreso il perchè Conte chiese a Putin di portare dei soldati russi per curare il Covid. Su tutti questi temi vorrei una commissione d’inchiesta. Su mascherine, ventilatori su cui era coinvolto un ex presidente del Consiglio di cui non farò il nome ma il cognome: D’Alema, io voglio una commissione d’inchiesta – ha ripetuto il senatore del Terzo Polo – sul Covid sono girati soldi e tanti, su cui non vuole indagare nessuno». Concorde era stato il neo Ministro della Salute Orazio Schillaci che in merito alla Commissione così raccontava al “Corriere della Sera”, «Beh, qualcosa da capire c’è. Soprattutto sulla fase di approvvigionamento durante la pandemia: mascherine e altro».
Ora, dopo l’annuncio di Bignami e l’effettivo impegno del Governo a condurre entro la primavera 2023 l’inizio della Commissione d’inchiesta, arrivano altre reazioni molto diverse tra loro: «C’è un dubbio che aleggia sulla Commissione parlamentare d’inchiesta, ovvero che ci sia soprattutto la volontà politica di andare a colpevolizzare i governi precedenti, che hanno comunque gestito bene la pandemia di Covid in una situazione difficilissima, che il nostro Paese non aveva mai conosciuto. Il Pd non ha nulla da nascondere e non ci sono preclusioni alla Commissione da questo punto di vista. Però appare evidente che in questo momento le urgenze e le priorità per il Servizio sanitario nazionale sono altre», lamenta all’Adnkronos Ilenia Malavasi, deputata del Partito democratico e componente della XII Commissione Affari sociali della Camera, «Se si vuole fare un lavoro serio servono i dati e le analisi – conclude – ma mancano questi dati, e viene il sospetto che ci sia solo la volontà politica di aprire una discussione in un momento in cui il Governo ha sdoganato i medici no-vax, di dare vita a una Commissione d’indagine su alcune questioni coprendone altre». Concorde con la Commissione sul Covid è invece Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova: sentito sempre dall’Agenzia Adnkronos, il professore sottolinea che una Commissione d’inchiesta del genere «può essere utile ma non deve essere fatta per mettere alla gogna. Errori ne sono stati fatti: lockdown troppo lunghi, scuole chiuse e Dad, mascherine obbligatorie per troppo tempo. Ma le informazioni che abbiamo oggi sul Covid non sono quelle che avevamo tre anni fa. Per giudicare ci vogliono delle competenze – aggiunge l’infettivologo – e spero si prendano dei consulenti che possano valutare scientificamente quanto è accaduto. Serve un audit che permetta di fare le giuste valutazioni nell’ottica di non commettere i medesimi errori». Favorevole alla Commissione Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano: «Non posso né voglio parlare di responsabilità di tipo giuridico, che eventualmente verranno esaminate da chi di competenza. Ma sono assolutamente d’accordo sul fatto che bisogna vedere chiaro su tutto il periodo pandemico, se non altro per poterci comportare meglio ed essere preparati in futuro». Più cauto invece Fabrizio Pregliasco, virologo e candidato alle Regionali Lombardia con il Pd: «L’importante è che non si tratti di un ‘processo politico’, ma che sia un percorso che punti a mettere insieme quegli elementi che si devono raccogliere per far sì che possano finire o comunque mitigarsi i dubbi e le difficoltà che ogni cittadino ha di fronte a quella che è stata un’emergenza».