LA “WORLD WATCH LIST 2023” DI OPEN DOORS SUI CRISTIANI PERSEGUITATI
I dati aggiornati ad inizio anno dalla World Watch List 2023 di PorteAperte/OpenDoors mostrano che purtroppo ad oggi vi sono 360 milioni di cristiani perseguitati nel mondo: il report annuale sulla persecuzione di chi semplicemente professa la propria fede cristiana – pubblicata il 18 gennaio 2023 – presenta come sempre la mappa approfondita con tutte le situazioni nel dettaglio dei Paesi dove l’acredine contro i cristiani è purtroppo più sviluppata, aggiornando i drammatici numeri che già nel 2021-2022 avevano reso la situazione di martiri e persecuzioni tutt’altro che secondari.
360 milioni significa che in pratica 1 cristiano ogni 7 al mondo viene perseguitato per il suo semplice seguire l’insegnamento del Vangelo di Cristo: la trentesima edizione della World Watch List (WWList) è stata presentata anche a Papa Francesco che questa mattina durante l’udienza generale ha rivolto un pensiero in particolare a tutti i cristiani che «soffrono sulla propria pelle la violenza». Salutando i pellegrini di lingua inglese e quelli provenienti dall’Africa, il Santo Padre ha chiesto di pregare per padre Isaac Achi, il prete bruciato vivo e ucciso domenica scorsa nella diocesi di Minna, nel nord della Nigeria. Proprio lo stato africano ad oggi è la nazione dove si uccidono più cristiani, ben 5.014, secondo la WWList, nel solo 2022.
IN QUALI PAESI I CRISTIANI SONO MAGGIORMENTE A RISCHIO: TUTTI I NUMERI
La classifica di OpenDoors mostra come ogni anno, oltre ai dettagli di tutte le situazioni più pericolose sparse nel mondo, i 50 Paesi dove più i cristiani vengono perseguitati: i metodi di ricerca e i risultati sono sottoposti a revisione indipendente da parte dell’Istituto Internazionale per la Libertà Religiosa. 3 colori diversi nella mappa per segnalare 3 gradi di persecuzione (in base al punteggio): Alta (arancione, 41-60), Molto Alta (arancione scuro, 61-80), Estrema (rossa, 81-100). Eccoli in ordine, dal più pericoloso fino al 50esimo: Corea del Nord, Somalia, Yemen, Eritrea, Libia, Nigeria, Pakistan, Iran, Afghanistan, Sudan, India, Siria, Arabia Saudita, Myanmar, Maldive, Cina, Mali, Iraq, Algeria, Mauritania, Uzbekistan, Colombia, Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Vietnam, Turkmenistan, Cuba, Niger, Marocco, Bangladesh, Laos, Mozambico, Indonesia, Qatar, Egitto, Tunisia, Repubblica Democratica Congo, Messico, Etiopia, Bhutan, Turchia, Comore, Malesia, Tagikistan, Camerun, Brunei, Oman, Kazakistan, Giordania, Nicaragua.
Occhi puntati sulla crescita abnorme dei rischi per i cristiani in Corea del Nord: «l’aumento degli arresti e la chiusura di un maggior numero di chiese si deve, anche, alla nuova ondata di persecuzione promossa dalla “Legge contro il pensiero reazionario” che, tra l’altro, considera reato la pubblicazione di qualsiasi materiale di origine straniera, inclusa la Bibbia», spiega la classifica di OpenDoors sui cristiani perseguitati nel mondo. In termini di numeri drammatici, è stato calcolato come nel solo 2022 sono stati uccisi 5.621 cristiani, una media di circa 15 al giorno: di questi, l’89% in Nigeria, il Paese più efferato nel colpire a martirio i semplici cittadini di fede cristiana. Terrorismo islamico (Boko Haram e Iswap) nel Nord, ma anche azioni terroristiche dei pastori fulani che attaccano a Sud le popolazioni agricole cristiane: «caos e anarchia che predomina in larghe parti del paese, dove bande armate rapiscono gruppi di cristiani per ottenere un riscatto», si legge ancora nel report 2023. A subire un livello allarmante di persecuzione è 1 cristiano su 5 in Africa, 2 su 5 in Asia e 1 su 15 in America Latina. Cristian Nani, direttore di Porte Aperte/Open Doors in Italia, spiega come lo scorso anno la situazione sia divenuta ancora più preoccupante rispetto agli anni precedenti, specie in Africa: «c’è questo movimento jiadista che dall’ascesa dei talebani in Afghanistan ha preso maggiore coraggio e quindi abbiamo registrato un incremento della violenza di questi movimenti e gruppi di islamisti. Questo, però, è anche dovuto all’instabilità politica, alla mancanza di controllo del territorio da parte degli stati oggetto e scenario di queste aggressioni. Quindi c’è uno Stato fallito, uno Stato che non è in grado di gestire il territorio, una criminalità molto diffusa, in più c’è un movimento jiadista sempre più attivo. Questi elementi, insieme alla povertà, insieme alla mancanza di un’economia stabile e anche al cambiamento climatico genera un cocktail esplosivo che ha fatto crescere la violenza anticristiana. Questo trend si collega anche a una deriva autoritaria di alcuni Paesi». Sempre il direttore nel report di Open Doors chiarisce come però «oltre a tanta sofferenza assistiamo però a un miracolo: la rinuncia alla vendetta, alla rappresaglia, da parte dei cristiani. Se la risposta fosse proporzionale, oggi saremmo di fronte a una catastrofe inarrestabile».