FDI PRESENTA DDL ABORTO: IN COSA CONSISTE
Dopo il disegno di legge presentato da Maurizio Gasparri per Forza Italia ad inizio legislatura, spunta un nuovo ddl dal senatore di FdI Roberto Menia sul tema aborto-interruzione di gravidanza: «modifica dell’articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica ad ogni essere umano», si legge nella bozza presentata a Palazzo Madama, destinata ovviamente a polemiche dal fronte opposizioni dove già in passato si contestava il fronte “pro-life” interno alla maggioranza del Governo Meloni.
L’obiettivo del ddl sull’aborto è «dichiarare che ogni uomo ha la capacità giuridica in quanto uomo, cioè che la soggettività giuridica ha origine dal concepimento, non dalla nascita». Nel testo, visionato dall’Adnkronos, il disegno di legge a firma FdI, sostiene con nettezza: «Si tratta di riconoscere, anche nell’ambito giuridico, che embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, adolescente, giovane, adulto, anziano, vecchio sono diversi nomi con cui si indica una identica realtà, un identico soggetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo». Secondo quanto sostiene Menia nella presentazione del ddl, la vita umana pre-natale è da tempo «sottoposta a rischi di varia natura»: per questo motivo, «urge una completa disciplina dell’intervento manipolatore dell’uomo nell’ambito della genetica». È preliminare secondo il relatore del disegno di legge, «la definizione dello ‘statuto giuridico dell’embrione umano’, come richiesto anche dal Parlamento europeo nelle due risoluzioni del 16 marzo 1989 sui problemi etici e giuridici della ingegneria genetica e della procreazione artificiale umana».
M5S CONTESTA IL DDL DEL GOVERNO SULL’ABORTO
Secondo Menia, il ddl insiste a definire meglio anche nel campo dell’aborto come «indispensabile individuare con chiarezza il significato giuridico dell’essere umano nella fase più giovane della sua esistenza». Se si riconosce – come ha fatto la sentenza n. 25 del 1975 della Corte costituzionale – che anche il concepito è titolare del diritto alla vita, garantito a livello costituzionale dall’articolo 2 della Costituzione (‘La Repubblica riconosce e garantisce i diritti dell’uomo’), «come si fa a escluderne – già secondo il diritto positivo vigente – la soggettività giuridica?», chiede Menia. Il firmatario del testo ritiene in conclusione «di non dover intervenire nella complessa disciplina dei diritti patrimoniali legati alle successioni e alle donazioni, per i quali l’eliminazione della condizione della nascita comporterebbe mutamenti complessi nel regime successorio, che meglio dovrebbero essere valutati».
Molto critico il commento della senatrice M5s Alessandra Maiorino, contattata dall’Adnkronos dopo la presentazione del ddl sul soggetto giuridico del soggetto prima della nascita: «Esproprio patriota dell’utero: il partito di Meloni vuole derubare le donne della proprietà sul proprio corpo e attribuire soggettività giuridica superiore a un ovocita fecondato rispetto alla femmina umana adulta. Neanche se fosse una battuta farebbe ridere. Purtroppo è il monstrum giuridico con cui questa maggioranza minaccia tutte le italiane in età fertile. Delirio ideologico puro».