In Francia è pronta la mobilitazione nazionale dei sindacati e dei lavoratori contro la riforma delle pensioni. Il nuovo disegno di legge prevede l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni. Si preannuncia un fine settimana ricco di manifestazioni, scioperi e proteste che potrebbero bloccare il Paese. Il primo appuntamento è atteso per oggi, 19 gennaio, con le sigle sindacali rappresentanti di tutte le categorie di lavoratori che scenderanno in piazza nelle città principali contro la modifica del sistema previdenziale. Successivamente si mobiliteranno gli studenti, ma sono tantissime le personalità che hanno annunciato l’adesione alla protesta, dagli esponenti politici dell’opposizione, fino a letterati, intellettuali e personalità di rilevanza culturale.
La premier Elisabeth Borne aveva annunciato il provvedimento come un “Progetto di giustizia“, e il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ne aveva sostenuto i vantaggi economici, illustrando il disegno di legge in conferenza stampa, affermando che “farà risparmiare 17,7 miliardi di euro“. La proposta era già da tempo nelle bozze di riforma del governo di Emmanuel Macron e il voto per l’approvazione finale del Consiglio dei Ministri è previsto per il prossimo 23 gennaio.
Sciopero nazionale contro la riforma delle pensioni in Francia
Si preannuncia un giovedì di forti disagi a causa della sospensione di varie attività, dal settore dei trasporti a quello scolastico. La mobilitazione contro la bozza della riforma del sistema delle pensioni in Franciasarà appoggiata, secondo le stime, da quasi il 70% dei lavoratori. L’elemento più contestato da sindacati ed esponenti dell’opposizione è proprio l’innalzamento dell’età, da 62 a 64 anni entro il 2030. Questo nuovo requisito dovrebbe partire già da settembre 2023. La dura reazione è arrivata soprattutto per sostenere quelli che vengono considerati lavoratori più fragili, cioè quelli che hanno svolto una carriera nel settore pubblico in impieghi usuranti come i vigili del fuoco, poliziotti e infermieri. Anche per loro, infatti, si alzerebbe l’età pensionabile di due anni rispetto all’attuale soglia di anzianità prevista di 52 o 57 anni, in base alla professione.
Hanno aderito a questo giovedì di proteste e scioperi non solo i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali, ma anche personalità intellettuali francesi, scese in campo a sostegno dei cittadini. Importanti economisti, ma anche artisti come la scrittrice Premio Nobel Annie Ernaux, tra i firmatari di un appello per fermare la legge considerata “un progetto di riforma arcaico e terribilmente diseguale”. Va ricordato che la Francia attualmente è tra i Paesi europei che garantiscono un’età pensionabile minima più bassa rispetto ad altri Stati. Italia e Grecia restano in coda con l’attuale requisito medio di 66 anni.