Simona Atzori è ballerina, pittrice e scrittrice. Nata senza braccia, non ha mai smesso un solo istante di inseguire i propri sogni e di essere semplicemente se stessa, raccontando la sua storia e ispirando altre persone a seguire il suo esempio. “I miei genitori mi hanno accolta come un dono e con grande amore. Quella che poteva essere la disperazione si è trasformata in un’opportunità di amore – ha raccontato a Di Buon Mattino, trasmissione in onda su Tv2000 – I miei genitori mi hanno insegnata a credere nei miei sogni e nei miei desideri”.
Simona Atzori confessa che nella sua vita “ho dovuto trovare il mio equilibrio, l’ho cercato nella pittura dipingendo fin da piccola e ho incontrato altre persone che hanno dovuto cercare il loro modo di fare le cose”. Per esempio, lei si serve dei piedi e della bocca per i suoi dipinti. E come ballerina spiega che “il mio modo di danzare è basato sulla parte inferiore del mio corpo, perciò ho dovuto trovare il mio baricentro e il mio centro nella vita”. Simona Atzori svela che “io mi esprimo attraverso la danza, perché mi permette di essere quella desidero in quel momento, di raccontare una storia che è solo mia”. E grazie al suo talento “ho imparato che la danza è libertà, gioia e anche forza, permette di trasformare le difficoltà in bellezza”.
Simona Atzori, “sono me stessa indipendentemente dalla forma del mio corpo”
Simona Atzori, nata senza braccia, ospite a Di Buon Mattino su Tv2000 ricorda che “io fin da piccola ho creduto di poter essere la persona che sentivo di essere, indipendentemente dalla forma del mio corpo. E questo l’ho letto negli occhi dei miei genitori”. Nella sua vita ha “imparato a vedermi come Simona, attraverso la danza e la pittura. L’unicità la troviamo soltanto attraverso le nostre caratteristiche a la bellezza, che spesso passa per le difficoltà e gli inciampi difficili della vita”.
Simona Atzori confessa che “nel crescere mi sono chiesta spesso perché (fosse nata senza braccia, ndr), anche se io mi sono sempre sentita giusta così. Questa è la mia forma, questa sono io, i miei piedi che sono anche le mie mani”. E si dice consapevole che la risposta a questa domanda “è già in quello che tu riesci a fare e la vita mi ha dato così tanto. Anche la responsabilità di essere un esempio non è poca cosa, perché io racconto semplicemente chi sono. E questa è una cosa che possiamo fare tutti quanti, non mi rende né più né meno speciale degli altri, è semplicemente chi sono”.