Caos in Perù
Ancora scontri in Perù, dove le violente proteste antigovernative vanno avanti da più di un mese: giorni nei quali sono morti circa 52 manifestanti, provenienti in gran parte dal sud del Paese. Tra le azioni di violenza anche un incendio della sede giudiziaria e della stazione di polizia, oltre al tentativo di occupazione di tre aeroporti all’interno del Paese. La presidentessa del Perù, Dina Boluarte, ha spiegato di non volersi dimettere: “Il mio impegno è con il Paese”. Nel frattempo, nel giro di poche settimane, si sono dimessi due ministri.
I manifestanti chiedono le dimissioni della presidentessa e la chiusura del parlamento ma ciò porterebbe il Paese in una situazione di anarchia totale, spiega Rai News. Il Professor Pedro Castillo, l’ex presidente, è ora in carcere per aver tentato di sciogliere il parlamento “provocando un golpe”. Lui e i suoi collaboratori sono adesso oggetto di un’inchiesta da parte della Procura peruviana per atti di corruzione.
Le proteste arrivano anche a Lima
Dopo la destituzione di Castillo, Dina Boluarte, che in precedenza ricopriva la carica di vicepresidente, ha assunto la guida della Repubblica. L’obiettivo era quello di calmare la situazione nel Paese, ma non è stato così. Il Perù vive una crisi permanente ormai da tempo: il periodo di forte erosione sociale, con l’aumento dei prezzi e la frammentazione della popolazione, ha portato a frequenti scontri che si sono intensificati nell’ultimo mese. La pandemia e le conseguenze della guerra hanno peggiorato la situazione, accentuando i problemi sociali, politici ed economici, che deteriorano e mettono in crisi le democrazie.
Per la prima volta dall’inizio delle proteste, gli scontri tra manifestanti e polizia si sono registrati anche a Lima. Al centro della capitale è scoppiato il caos quando un corteo di un centinaio di persone ha cercato di forzare un cordone di polizia posto all’ingresso della piazza del Congresso. L’edificio in fiamme vicino al palazzo di Governo è l’emblema delle proteste. La presidentessa Boluarte è stata chiara: “Gli atti di violenza non rimarranno impuniti”.