Adriano Panatta, leggenda del tennis italiano, è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni di “Verissimo”, trasmissione di Canale 5 condotta da Silvia Toffanin. L’ex sportivo ha riferito di non avere nostalgia del passato: “Guardarsi indietro serve solo ad avere malinconia e molti rimpianti”. Il suo rapporto con i figli è fatto “di alti e bassi, perché poi diventano adulti ed è difficile che siano rose e fiori. C’è un grande amore, anche se a volte ci sono incomprensioni che vengono da molto lontano. Quando erano piccoli giocavo, poi ho iniziato a lavorare con la Federazione a Roma, mentre loro erano in Versilia: li vedevo poco e un po’ il rimpianto di non avere vissuto i loro anni più verdi”.
I nipotini Adriano e Leonardo sono “meravigliosi. A loro e ai miei figli ho trasmesso due valori: l’umiltà e il coraggio. Anche smettere di giocare è stato coraggioso: avrei potuto ancora continuare, ero a un livello ancora abbastanza buono, però non me la sentivo più. Così, uscendo dal Foro Italico dopo la mia ultima partita di Coppa Davis e persa, anche per errori miei, contro l’Argentina, un bimbo mi ha chiesto se gli potessi regalare una racchetta. Io gliele diede tutte e sei”.
ADRIANO PANATTA: “VOGLIO MOLTO BENE A LOREDANA BERTÈ”
Nel prosieguo della sua intervista a “Verissimo”, Adriano Panatta ha riferito a Silvia Toffanin che “onestamente non mi sono mai sentito un sex symbol, però a chi non fa piacere da giovane vedere che una ragazza ti guarda?”.
E l’amore del passato con Loredana Bertè? “Le voglio molto bene, perché è una delle donne più buone che abbia conosciuto e mi fa molta tenerezza ancora oggi. Io la prendo sempre in giro, come facevo in gioventù, però lei è una persona perbene”. Non ci sono più contatti tra i due, ma, quando si incontrano in tv, per ammissione dello stesso Adriano Panatta è sempre un piacere.