Nella vicenda relativa alla morte di Lisa Federico, 17enne morta per un trapianto di midollo “sbagliato”, è coinvolto anche Franco Locatelli, direttore della oncoematologia e terapia cellulare e genica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, nonché presidente del Consiglio superiore di sanità. Lo scorso giugno, l’inchiesta su quanto accaduto nel novembre 2020 sembrava essersi chiusa con la richiesta di rinvio a giudizio di due specialisti, Pietro Merli e Rita Maria Pinto, invece la posizione dell’ex coordinatore del Comitato tecnico scientifico era stata stralciata. Come ricostruito da La Verità, nell’udienza dell’11 gennaio il gip Francesca Ciranna ha ordinato ulteriori accertamenti sul direttore sanitario. “È veramente difficile ipotizzare che quest’ultimo sia stato all’oscuro delle decisioni adottate, che non sia stato mai consultato, che le decisioni intraprese non siano mai state condivise con lui”, ha scritto il gip nell’ordinanza. Per il pm la composizione cellulare del midollo, inadeguata perché di donatore con peso e gruppo sanguigno diverso da Lisa Federico, rese inutile il trapianto. Non solo: le problematiche furono affrontate “con imperizia, imprudenza e negligenza, in maniera del tutto inadeguata”.
La giovane fu sottoposta ad una chemioterapia immunosoppressiva per impedire il rigetto, ma il midollo del donatore era appunto inadeguato. Quindi, visse dodici ore di dolori atroci e crisi respiratorie. Il trapianto non era riuscito e la ragazza morì. Secondo quanto riportato dal quotidiano, Franco Locatelli si sarebbe limitato a dire ai genitori della ragazza: “In Germania ci hanno fatto uno scherzetto”. Per quanto riguarda proprio il direttore sanitario, il gip ha ricordato che gli “spettano poteri di gestione della struttura e doveri di vigilanza e organizzazione tecnico-sanitaria, compresi quelli di predisposizione di precisi protocolli inerenti al ricovero dei pazienti, all’accettazione dei medesimi, all’informativa interna di tutte le situazioni di rischio, alla gestione delle emergenze”. Uno degli interrogativi riguarda, dunque, la vigilanza del professor Locatelli, indagato per omicidio colposo. Le nuove indagini dovranno appurarlo. (agg. di Silvana Palazzo)
LISA FEDERICO, 17ENNE MORTA DOPO TRAPIANTO MIDOLLO
A I Fatti Vostri il caso di Lisa Federico, 17enne morta a Roma, all’ospedale Bambino Gesù, dopo un trapianto di midollo a novembre 2020: “Era stata adottata in Ucraina – ha esordito la mamma Margherita Echberg in diretta tv – ha sempre manifestato un grande affetto”. Il papà, Maurizio Federico, ha aggiunto: “Una sera ho notato questi lividi sulle braccia fino a che è tornata una volta con un livido alla coscia più grande. Disse che si era fatta male con i monopattini”. A quel punto la figlia venne sottoposta ad analisi: “Aveva pochissime piastrine, mi dissero di portarla al pronto soccorso, dovevano farle degli accertamenti e poi l’hanno ricoverata e tenuta reclusa per 52 giorni – ha spiegato la mamma di Lisa – è stato un ricovero ingiustificato come verificato dai periti”. Maurizio, il papà di Lisa, ha ripreso la parola: “Un giorno esasperato decisi di portare via mia figlia dall’ospedale: venni contornato dallo staff medico e un medico mi minacciò di adire per le vie legali”. Dopo tempo è arrivata la diagnosi: “L’abbiamo avuta in maniera informale, attraverso un medico durante il suo turno notturno”.
Lisa non soffriva di un tumore ma dell’incapacità di produrre cellule del sangue. “Patologia che può essere affrontata con terapie poco invasive e poi in seconda linea con un trapianto”. Lisa venne quindi messa in lista per un trapianto di midollo fino a che non è arrivato il giorno dell’operazione: “Era arrivato un midollo insufficiente e l’ospedale non era pronto. Il trapianto di midollo è come se fosse una flebo che dura circa 2 o 3 ore ma a Lisa è durata 13 ore. Un’autentica tortura a cui è stata sottoposta, lei gridava, addirittura è svenuta. Una sensazione che ci porteremo addosso a vita e avremo il rimorso di non averli fermati”.
LISA FEDERICO, IL PAPA’: “I PROBLEMI EMERSI…”
Il papà di Lisa ha ripreso la parola: “I problemi? Scelta sbagliata della donatrice, anziana e più magra, e poi avrebbero dovuto eliminare tutti gli anticorpi avversi al midollo della donatrice perchè il sangue della donatrice era diverso”. Secondo i genitori c’erano altre terapie per guarire la Lisa: “Il fratello era un donatore compatibile ma invece hanno voluto infondere la sacca di midollo”. Fra i medici indagati vi sarebbe anche Franco Locatelli: “Lo volevano estromettere dalle indagini ma noi ci siamo opposti, poi il 15 marzo ci sarà l’udienza preliminare per altri due dottori”.
I genitori di Lisa hanno scritto una lettera a Papa Francesco: “Mi ha telefono per 3 minuti e 40 secondi, mi ha fatto le condoglianze e gli ho fatto presente che il suo ospedale va attenzionato. Ho avvicinato sui social altre mamme vittime di condotte scorrette”. “Ci aspettiamo – ha concluso Maurizio – che la giustizia faccia il proprio corso ma noi vorremmo cercare con il nostro contributo di fare in modo che in certe strutture i medici possano essere all’altezza. Sono successe cose intollerabili”.