Il professor Andrea Ballabio e i suoi collaboratori hanno individuato nei laboratori dell’istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem) di Pozzuoli due proteine che possono prevenire lo sviluppo dei tumori. Una scoperta molto importante, che può consentire di sviluppare nuovi farmaci in grado di rimediare ad alterazioni e malattie metaboliche che possono favorire l’insorgenza di melanomi e del cancro del seno triplo negativo. Gli esiti dello studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature” ed è stata commentata dai suoi autori ai microfoni del quotidiano “Il Mattino”.
Ballabio ha spiegato: “Immaginiamo una cellula come una casa che ha necessità di riscaldare. A seconda che vi sia abbondanza di combustibile oppure occorra affrontare un periodo di magra, la famiglia che vi abita si attiva con comportamenti tesi nel primo caso a consumare il flusso di carburante che ha disponibile e, nel secondo, ad attingere a una sorta di termovalorizzatore che usa gli scarti e le riserve accumulate”. Un equilibrio delicato e che, a volte, può saltare: tuttavia, i ricercatori hanno individuato una possibile strategia per mettere a punto nuove terapie, analizzando il processo di alterazione e individuando due proteine chiave nella prevenzione dei tumori.
SCOPERTE 2 PROTEINE PER PREVENIRE I TUMORI
Le proteine in questione sono mTORC1 e TFEB, che normalmente non sono mai attive in contemporanea: quando questo avviene, è il caos e si rischia di andare incontro a tumori. Il professor Ballabio ha aggiunto su “Il Mattino”: “Lo studio è frutto di un’importante collaborazione internazionale con i gruppi di James Hurley dell’Università della California e di Lukas Huber dell’Università di Innsbruck e segna una tappa fondamentale verso l’individuazione di farmaci in grado di agire su questa importante via metabolica che, quando alterata, apre la strada a molti cancri”.
Più dettagliatamente, i fari sono puntati su due malattie genetiche caratterizzate da un elevato rischio di sviluppare tumori: la sclerosi tuberosa e la sindrome di Birt-Hogg-Dubé (BHD). “Non a caso – ha detto Ballabio – lo studio è stato finanziato da Telethon, dall’Airc e dalla Regione Campania. I ricercatori del Tigem cercheranno terapie mirate,tali da ristabilire l’equilibrio metabolico compromesso in alcune condizioni patologiche che fanno da apripista allo sviluppo di neoplasie, come già dimostrato nei modelli animali. Inibendo TFEB si riesce ad arrestare la proliferazione tumorale ed è possibile usare molecole già disponibili o da disegnare ad hoc”.