È scontro tra il partito dei Verdi e il M5S per la volontà dei pentastellati di entrare a far parte del gruppo europeo dei Greens. La formazione di Eleonora Evi e Angelo Bonelli, come riportato da Repubblica, sta cercando di frenare il passo a Giuseppe Conte, il quale da parte sua a Bruxelles si era detto ottimista in merito ad una possibile intesa. Domattina, tuttavia, EV presenterà un dossier di 16 pagine in cui viene evidenziato come i cinque stelle non abbiano alcuna vocazione ambientalista.
Il documento ripercorre la storia del partito, dalla fondazione per mano di Beppe Grillo ad ora, sottolineando le varie conversioni nel corso del tempo. In particolare, ci sarà un focus sulle prese di posizione del passato in merito ai temi maggiormente scottanti, tra cui l’immigrazione, nonché l’alleanza con la Lega, le scelte dei Governi di Giuseppe Conte con ad esempio il condono su Ischia. Il tutto con l’obiettivo di dimostrare l’impianto ecologista è soltanto di facciata.
Verdi contro M5S: “No ingresso in gruppo europeo Greens”. Il dossier
Per i Verdi, il M5S non merita l’ingresso nel gruppo europeo dei Greens si cui anche loro fanno parte. La posizione di Eleonora Evi e Angelo Bonelli sembrerebbe essere netta, nonostante le due forze politiche abbiano dei punti di contatto su alcune argomentazioni come innanzitutto la guerra in Ucraina e l’invio di armi. Il problema, come evidenziato da Repubblica, è che gli esponenti di EV non si fidano e temono anche che con questa mossa i pentastellati possano sottrarre loro il favore dell’elettorale.
Il partito di Giuseppe Conte, da parte sua, chiama e attende una risposta. “Chi ha a cuore la salvaguardia del pianeta, la protezione della biodiversità, una transizione autenticamente ecologica deve avere come obiettivo quello di allargare quanto più possibile il fronte politico e conquistare il più ampio consenso nell’opinione pubblica. Queste battaglie non possono essere appannaggio di un solo partito, come se esistesse il monopolio di uno spazio politico da sfruttare negli anni. Le rendite di posizione, in politica, non esistono a meno che non ci si accontenti di qualche zero virgola”, ha scritto in una nota al Parlamento Ue.