Il decreto voluto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi funziona. Sono più che dimezzati gli sbarchi di migranti dalle navi Ong. I numeri parlano chiaro e sono forniti dal Viminale: a gennaio 2022 erano sbarcati 922 migranti in Italia, quest’anno invece 442. Il cambio di rotta è evidente, anche se il numero totale degli arrivi clandestini è cresciuto rispetto ad un anno fa, passando da 2.250 a 4.452. Un dato oggettivo, sul quale pesa – secondo quanto riportato da Libero – anche la stretta imposta negli ultimi mesi dalla Spagna e dalla Grecia.
Alla nuova strategia di Piantedosi si affianca poi il lavoro della premier Giorgia Meloni. Infatti, le missioni in Algeria e in Libia servono anche a diminuire le partenze di barchini e gommoni. Il ministro, che aveva preannunciato multe, sequestri e confische nei casi più gravi di violazioni da parte delle navi Ong, ha lanciato un messaggio chiaro; infatti, delle 17 navi più attive delle Ong sono solo due al momento quelle che stanno sfidando apertamente il nuovo governo: Geo Barents, che batte bandiera norvegese ed è di Medici senza frontiere, e Ocean Viking, stessa bandiera ma gestita da Sos Mediterranée.
MIGRANTI, CAMBIO DI ROTTA CON PIANTEDOSI
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per alleggerire le strutture del Sud, ha cominciato a smistare le navi delle Ong anche nei porti del Nord. Quindi, Ocean Viking domenica arriverà a Marina di Carrara, mentre Geo Barents oggi a La Spezia. Le Ong dal canto loro protestano perché vorrebbero scegliere anche loro la destinazione finale, la Sicilia, per fare agevolmente la spola con Libia e Tunisia come accadeva prima. Le altre Ong, tranne la tedesca Sea Watch, sono ferme in porto. A pesare, oltre alle nuove regole italiane, anche il costo del carburante, visto che sbarcare in Sicilia è più comodo che andare in Liguria, Toscana o Emilia-Romagna. Visto che i soldi scarseggiano, le navi umanitarie si fermano. «Questo governo ha sfondato un muro: prima l’Europa si chiamava fuori dai soccorsi in mare, parlava solo di accoglienza. Adesso affronta il problema nella sua totalità e inizia a parlare il nostro linguaggio, responsabilizzando le nazioni a cui appartengono le navi. Il commissario Ue von der Leyen ha parlato anche di rimpatri più veloci, e il Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio sarà centrale», dichiara Nicola Molteni, sottosegretario leghista all’Interno, a Libero.