Roberto Burioni, professore ordinario di Microbiologia e Virologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha commentato sulle colonne del quotidiano “La Repubblica” (edizione di martedì 31 gennaio 2023) gli errori della Cina nella gestione della pandemia di Covid. L’esperto ha sottolineato che “quando la politica ignora la scienza succedono disastri” e un disastro è successo con la strategia cinese universalmente nota come “zero Covid”: “Isolamento dal resto del mondo, lockdown per centinaia di milioni di persone. In poche parole, una politica repressiva impensabile in un Paese democratico. Lo zelo cinese ha raggiunto livelli grotteschi. In occasione di un terremoto che ha ucciso 86 persone, la gente esitava a scappare dalle case per mettesi in salvo perché non aveva il permesso di uscire”.
Lo scenario, ha proseguito Roberto Burioni nel suo intervento, è mutato quando ha fatto il suo ingresso in scena la variante Omicron, molto più contagiosa delle altre e impossibile da contenere. Di fronte ai danni economici provocati dai lockdown e alle proteste che mettevano a rischio la stabilità politica della nazione, agli inizi del dicembre scorso le misure anti-Covid sono state improvvisamente rimosse e “qui sono venuti fuori i guai: la Cina aveva privilegiato le vaccinazioni Covid dei cittadini in età lavorativa rispetto a quelle dei più fragili. Solo il 40% degli ultraottantenni cinesi aveva fatto la terza dose. Inoltre, il vaccino cinese è meno efficace di quello nostro a mRna, che non solo la Cina non ha mai autorizzato, ma che ha addirittura sdegnosamente rifiutato quando l’Ue glielo voleva regalare. Un orgoglio nazionalistico pagato molto caro”.
ROBERTO BURIONI: “COVID CINA? C’È, IN TEORIA, IL RISCHIO DI NUOVE VARIANTI…”
Su “La Repubblica”, Roberto Burioni ha poi evidenziato che non sappiamo cosa sia successo da quel momento in avanti in Cina e “dobbiamo rassegnarci a non saperlo: siamo davanti a un Paese che non è mai stato un esempio di trasparenza, figuriamoci in questa situazione. Delle stime esterne hanno valutato che la quasi totalità dei cinesi sarà infettata da qui a poco, con conseguenze tragiche per la popolazione”.
La recrudescenza pandemica in landa cinese, però, può esporre a pericoli anche noi? Burioni ha precisato che, in teoria, la replicazione del virus in un numero altissimo di persone potrebbe facilitare la comparsa di nuove varianti, anche pericolose. Tuttavia, “la comparsa di queste varianti pericolose è improbabile, perché dovrebbero essere capaci allo stesso tempo di diffondersi meglio di Omicron e di ‘bucare’ la protezione che il nostro vaccino fornisce contro la malattia grave. Difficile che succeda. Però siccome il rischio, seppur minimo, esiste e della Cina non possiamo fidarci, facciamo bene a controllare chi proviene da quella nazione”.