Antartide: due nuove stazioni satellitari della Cina
Secondo un recente articolo di Repubblica, la Cina starebbe pensando di costruire due nuove basi satellitari di terra nel cuore dell’Antartide. Il continente, infatti, negli ultimi anni è diventato sempre più centrale dal punto di vista della ricerca scientifica, specialmente spaziale. Le stazioni afferiranno, infatti al Casc, ovvero il principale appaltatore del programma spaziale cinese.
Le basi satellitari che la Cina vorrebbe costruire, sorgeranno entrambe nei pressi della base di ricerca di Zhongshan. Non sarebbero, però, stati resi pubblici i dettagli tecnici del progetto, ne è chiaro quando i lavori inizieranno o saranno completati. Quel tipo di stazione satellitare è assolutamente comune e serve, sulla carta, a monitorare lo stato e la posizione dei propri satelliti nazionali, monitorando anche la presenza di altri corpi estranei presenti in orbita. Secondo quanto dichiarato dalla stampa cinese e riportato da Repubblica, l’unico dettagli che si conosce per ora delle due basi satellitari della Cina è che serviranno a condurre indagini marittime e monitorare il tempo atmosferico, ma i dubbi sui possibili rischi di spionaggio sono arrivati piuttosto in fretta.
Cina e basi satellitari: il rischio spionaggio
Concretamente non si sa ancora nulla sulle due basi satellitari di terra che la Cina avrebbe intenzione di costruire nell’Antartide, e come spesso accade sul tema c’è pochissima trasparenza sia da parte del governo, che dello stesso programma spaziale cinese. L’informazione pubblicamente condivisa è che le stazioni aiuteranno a condurre alcune indagini negli oceani, controllando lo sfruttamento delle risorse marittime da parte di attori internazionali e monitorando l’ecologia delle zone costiere.
Il problema principale delle basi satellitari della Cina è che le tecnologie impiegate per quel tipo di monitoraggi, possono tranquillamente essere impiegate anche per spiare eventuali altri Stati. A sollevare questo tipo di dubbi, riporta Repubblica, sarebbe innanzitutto Andrew Jones, studioso del programma spaziale cinese, che spiega che “i dati raccolti dai satelliti di telerilevamento, meteorologici e di altro tipo, potrebbero essere utilizzati per scopi militari“. Anche un report del Center for Strategic and International Studies dello scorso ottobre aveva parlato di simili dubbi in merito alle basi satellitari della Cina in Antartide. “Sebbene Pechino insista sul fatto che utilizza lo spazio per scopi pacifici e aspiri a raggiungere risultati scientifici”, spiega il rapporto, “il suo emergere come potenza spaziale pone potenziali rischi per altri Paesi“.