Il 19 settembre 2009 Nbc News ha pubblicato un articolo su una notizia diffusa da Associated Press, a proposito di un braccialetto appartenuto ad un pilota americano disperso durante la Seconda guerra mondiale. Proviamo a raccontarvi questa curiosa storia.
Il 7 luglio 1944 Jack Harold Glenn è ai comandi di un caccia dell’Usaaf in una missione di scorta ad una formazione di bombardieri B-24 Liberator. Mentre sorvolano la Germania sono attaccati da una formazione di caccia tedeschi. L’aereo di Glenn viene abbattuto e si schianta al suolo.
Il suo corpo è rinvenuto dagli abitanti tedeschi di un piccolo villaggio rurale che lo seppelliscono in un campo. Lo stesso giorno Bernard Harding, pilota di un bombardiere B-24 Liberator che fa parte della formazione scortata da Glenn viene abbattuto dalla contraerea. Harding si salva lanciandosi con il paracadute, ma è catturato e rinchiuso in una fattoria. La popolazione civile tedesca è inferocita con gli aviatori americani e britannici, responsabili dei bombardamenti che colpiscono non solo obiettivi industriali ma anche obiettivi civili, e talvolta finiscono linciati. Mentre si trova nella fattoria, temendo di essere picchiato o addirittura ucciso se riconosciuto come pilota di un bombardiere, Harding stacca dalla divisa le sue ali da pilota, scava una buca poco profonda nel pavimento in terra battuta del seminterrato dove è rinchiuso e le seppellisce.
Nel 2009, sessantacinque anni dopo questi fatti, Harding è ormai novantenne e vive nel Tennessee. È ancora vitale e intraprendente, e decide che è venuto il momento di tornare in Germania a cercare le sue ali da pilota. Arriva a Klein Quenstedt, un villaggio a sud-ovest di Berlino. Non troverà le ali che aveva sepolto, ma il viaggio si rivelerà oltremodo interessante.
Durante la sua ricerca incontra diverse persone, alcune delle quali ricordano ancora i fatti di quel lontano 1944. Fa la conoscenza di un tedesco di 81 anni, di nome Kruse, che nel 1944 aveva 16 anni e che vive ancora a Klein Quenstedt. La mattina del 7 luglio 1944 Kruse sta piantando patate in un campo di proprietà di suo padre, quando un bombardiere americano B-24 appare nel cielo sopra di lui.
Le vicine postazioni antiaeree tedesche concentrano il fuoco sul bombardiere. Kruse ricorda che l’aereo viene colpito, si spezza in due e precipita. Qualcuno riesce a lanciarsi con il paracadute. Probabilmente si tratta proprio del B-24 di Harding. Più tardi, intorno a mezzogiorno, Kruse si trova in casa, quando un vicino gli chiede di aiutare un compagno di scuola che, alla guida di un carro trainato da cavalli, va a recuperare il corpo di un aviatore americano morto, ritrovato in un campo fuori città.
Mentre caricano il corpo sul carro, i ragazzi notano che il soldato indossa un braccialetto d’argento sul quale è inciso un nome: Jack H. Glenn. Kruse consegna il braccialetto al sindaco del villaggio, che prende nota del nome e restituisce il braccialetto a Kruse, dicendogli che può tenerlo per ricordo. Ed è quello che Kruse fa per i sessantacinque anni successivi. Si tratta di un ricordo di un importante episodio nella sua vita. Per questo ha conservato il braccialetto in ricordo dell’aviatore americano caduto. Quando rievoca con Harding i fatti di quel giorno decide di vedere se il braccialetto può essere restituito alla famiglia di Glenn.
Sessantacinque anni dopo il braccialetto torna alla famiglia di Jack Harold Glenn, grazie al fortuito incontro di Harding e Kruse. L’unico membro vivente della sua famiglia è sua sorella Helen, maggiore di 17 mesi, che vive ad Anchorage in Alaska. Aveva 22 anni quando Glenn è stato dichiarato disperso in azione.
Era già sposata e si trovava a Seattle in attesa di raggiungere in Alaska il marito, che lavorava presso la base dell’aeronautica di Elmendorf ad Anchorage. Helen Glenn Foreman decide di donare il braccialetto al museo della contea di Matagorda, in Texas, dove Glenn è cresciuto. Helen è infatti convinta che ciò che è conservato nel museo può aiutare le persone a conoscere meglio la storia, ispirandole e rendendole migliori, grate per il sacrificio di chi durante la guerra ha perso la vita.
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