PROGETTO ARCA, VERSO TURCHIA CONVOGLIO DI AIUTI
Sono partiti questa mattina un tir e un furgone di aiuti umanitari della Fondazione Progetto Arca da via Sammartini con destinazione Gaziantep e Antiochia per portare beni di prima necessità ai sopravvissuti al terremoto tra Turchia e Siria. Invece, i volontari di Remar, partner di Progetto Arca per quanto riguarda le emergenze internazionali, peraltro partiti dall’Ucraina l’altro giorno, sono già arrivati a destinazione con un convoglio formato da tre mezzi. Sono stati mandati un ambulatorio di prima assistenza e un camper carico di coperte, sacchi a pelo, vestiti pesanti e kit igienici, oltre ad una cucina mobile per la distribuzione di pasti caldi.
Alla partenza era presente il presidente di Progetto Arca, Alberto Sinigallia, che domani partirà per la Turchia per coordinare le operazioni di soccorso. Ha un appuntamento col sindaco di Antiochia per organizzare gli aiuti in loco. «Abbiamo deciso di portare in Turchia la cucina mobile che avevamo allestito nei primi mesi e che ora non serve più in Ucraina avendo aperto la mensa. Allestiremo anche un ambulatorio di prima assistenza», ha dichiarato Sinigallia.
“SITUAZIONE DRAMMATICA, MANCA TUTTO”
Sono due i campi che Progetto Arca allestirà in Turchia. Ad esempio, a Gazientep «abbiamo una nostra amica con una ventina di volontari italiani che erano già sul posto prima del terremoto, con cui collaboreremo per il campo», ha proseguito Alberto Sinigallia La seconda destinazione è Antiochia, che è più vicina alla Siria. Il presidente di Progetto Arca sarà in Turchia per organizzare «l’avvio del campo e vedere cosa effettivamente serve», poi tornerà a Milano per organizzare la raccolta di ciò che serve. Infatti, Sinigallia ha annunciato la partenza di nuovi Tir con materiali necessari ad allestire il campo e per aiutare la popolazione, tramite la collaborazione con la Fondazione Fiera di Milano, «che si è mossa subito anche per la sensibilità del suo presidente Enrico Pazzali che ha già collaborato con noi per gli aiuti umanitari all’Ucraina». Ora verranno comprati sul posto prodotti alimentari, finché sarà possibile. «Il nostro primo aiuto sarà soprattutto materiale, lì la situazione è davvero drammatica, manca tutto», ha aggiunto Sinigallia. Poi servirà occuparsi della sfera psicologica, «perché i traumi sono anche peggiori di quelli di una guerra: dopo un terremoto si perde tutto, parenti, casa, amici…».