Dopo le molte polemiche dei giorni scorso sull’opportunità di far intervenire il presidente ucraino Zelensky e sulla natura che avrebbe dovuto avere il suo intervento (alla fine si è optato per una lettera da leggere in diretta), a Sanremo 2023 è arrivato l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, per chiarire meglio la questione e rilasciare alcune dichiarazioni alla stampa.
“Siamo grati alla Rai – dice Melnyk – che oggi ci darà la possibilità di farci sentire in un momento in cui l’attenzione di milioni di spettatori è concentrata su Sua Maestà la Musica, di condividere sentimenti ed esperienze ucraine, ma soprattutto lanciare un messaggio a proposito dell’unità del mondo in difesa dei valori condivisi di pace e libertà”. L’ambasciatore ha ringraziato il popolo italiano per il sostegno dato all’Ucraina dopo l’aggressione russa, per avere offerto rifugio ai cittadini profughi e avere aperto le porte. “Soprattutto, in questo contesto, ringraziamo gli artisti italiani che hanno mostrato sostegno al mio paese, perché la cultura non può stare fuori dalla politica in tempo di guerra e i programmi musicali non sono più solo mero intrattenimento. Lo ha dimostrato in modo forte il festival di Sanremo 2023 che è diventato anche un luogo dove riflettere di temi importanti, come è stato negli interventi di Roberto Benigni, Chiara Ferragni o Pegah Moshir Pour”.
E a proposito del dibattito, a tratti lo scontro politico, sulla presenza di un intervento simile che conterrà anche un omaggio musicale dall’Ucraina, Melnyk precisa: “Non vogliamo spaccare la società italiana, l’Ariston è l’occasione per noi di trasmettere la verità, affinché il mondo superi il terrore e l’oscurità. Spero che il messaggio sarà ascoltato da tutti gli amanti della musica e della vera cultura”.
Una parola sulla questione l’ha voluta dire anche Carlo Fuortes, amministratore delegato Rai, soprattutto sulle polemiche: “Le polemiche sono connaturate al festival, il presidente della Liguria mi ha detto che devo preoccuparmi quando non ci saranno più, perché vuol dire che Sanremo non avrà più un peso; ma quelle su Zelensky sono particolari, si è parlato di censura, di condizionamento su testi. La presenza dell’ambasciatore dimostra che queste polemiche sono infondate”.