L’Ucraina, la guerra e l’invio di armi sono stati gli argomenti al centro del sondaggio Ipsos Global Advisor di dicembre 2022, i cui risultati sono stati pubblicati sulle colonne del quotidiano “Domani”, in edicola domenica 12 febbraio 2023. Da un’attenta analisi dei numeri che compongono il report, si evince che la fetta più ampia della popolazione di ogni Stato è contraria al coinvolgimento diretto e militare nel conflitto, a cui dice no il 75% dei tedeschi, il 73% degli italiani, il 68% degli statunitensi, il 64% degli inglesi e il 58% dei francesi.
Guardando alle risposte degli italiani, più di due terzi degli intervistati non sono favorevoli alla concessione di truppe nei Paesi Nato che confinano con l’Ucraina, né all’intervento diretto nel conflitto. Per quanto concerne l’invio di armi e di rifornimenti militari all’Ucraina, invece, solo il 30% dei nostri connazionali appoggia l’idea. Percentuale di poco più alta in Germania (48% dei tedeschi favorevole). Discorso diverso per Inghilterra, USA e Francia, dove i pareri positivi si attestano rispettivamente al 63 per cento, al 54 per cento e al 52 per cento.
SONDAGGIO SULLE ARMI E SUL SOSTEGNO MILITARE ALL’UCRAINA: I DATI DELL’ITALIA
Sempre in base al sondaggio Ipsos Global Advisor sulla guerra in Ucraina pubblicato sulle colonne del “Domani”, il 63% degli italiani, il 59% degli americani, il 56% dei tedeschi, il 53% dei francesi e il 52% degli inglesi pensa che “a causa della crisi il proprio Paese non si possa permettere di sostenere finanziariamente l’Ucraina”.
Da ultimo, il capitolo legato alle sanzioni ai danni della Russia: come scrive “Il Fatto Quotidiano”, che a sua volta cita il “Domani” più della metà di inglesi e americani è “per un inasprimento, mentre in Italia l’idea piace solo al 42 per cento della popolazione e in Germania al 50 per cento. L’unica cosa che trova più o meno d’accordo tutti sono le restrizioni al gas e al petrolio russo, mentre l’ipotesi di sostenere l’Ucraina fino al completo ritiro delle truppe russe dal territorio trova d’accordo più della metà di inglesi, americani e francesi, mentre italiani e tedeschi sono sotto al 50%”.