Dall’inizio della guerra in Ucraina l’Italia ha speso 754 milioni di euro che sono serviti per l’assistenza sanitaria, l’ospitalità negli alberghi e il contributo di sostentamento per tutti i profughi provenienti dalle regioni interessate dal conflitto. I fondi a disposizione sono stati sufficienti per far fronte al primo anno di accoglienza di oltre 173.000 persone.
Profughi ucraini: lo stato ha speso 750 milioni per l’accoglienza
La quasi totalità di queste ha chiesto un permesso di protezione temporanea nel nostro paese per circa 170.000 domande. Ma dal momento che la guerra in Ucraina non accenna a diminuire e, anzi, i due paesi sono giunti a nuove tensioni, come farà l’Italia a sostenere i costi dell’accoglienza dal momento che il 3 marzo scadranno i permessi di soggiorno legati alle protezioni temporanee dell’Unione Europea e anche lo stato di emergenza?
L’ipotesi è quella di introdurre una proroga automatica che non richiederà nuovi adempimenti burocratici. Quindi le spese per l’accoglienza verranno prorogate sine die. E’ quanto riportato oggi su Il Sole 24 Ore che ricorda che per l’accoglienza degli ucraini “sono stati stanziati 844 milioni di euro e altri 106,6 milioni sono stati destinati al sistema di accoglienza integrazione gestito dai Comuni”.
Esiste anche una parte di fondi non utilizzati che erano stati impiegati per l’accoglienza, per un totale di 89 milioni di euro saranno dirottati all’assistenza sanitaria. Le risorse per il servizio sanitario sono complessivamente 179 milioni di euro che erano già stati trasferiti alle regioni. Ma questi non bastavano perché erano stati calcolati per 120.000 unità che però poi sono aumentate fino a 170.000.
Profughi ucraini: il bonus di 300 euro ha avuto successo
Per quanto riguarda i contributi di welfare, vale a dire gli assegni economici erogati in favore dei profughi, questi hanno beneficiato del cosiddetto bonus da 300 euro che vale 150 euro per i minori, concesso per tre mesi agli ucraini con una sistemazione autonoma. Si tratta del contributo più richiesto.
Al 10 gennaio lo avevano incassato 75.500 adulti e 45.700 minori per un totale di 72,4 milioni di persone.
Per i Cas, che attualmente ospitano 11.192 profughi sono stati stanziati 174,4 milioni di euro e 104 milioni di questi saranno liquidati attraverso le prefetture. Il sistema Sai accoglie 3.150 ucraini.
Adesso per gli ucraini si pongono altri problemi, l’accesso al lavoro, alla casa e l’inserimento dei bambini a scuola. Secondo un sondaggio condotto su un campione di 1500 profughi dal 1 Nhcr, soltanto l’11% ho trovato un lavoro. Se da un lato dunque il bonus di 300 euro che è pesato sulle casse statali per 75 milioni di euro è riuscito a sistemare la maggioranza dei profughi ucraini, contro i 174,4 milioni utilizzati per il sostentamento di 11.192 profughi, questo non ha favorito l’integrazione e infatti la prima ragione per cui gli ucraini non sono riusciti a trovare un lavoro è stata la barriera linguistica ancora difficile da superare.