Anche la 22 giornata di Serie A è storia. Il Napoli sta sbaragliando il campionato ancor più della Meloni e Fontana con gli avversari alle elezioni. Il vantaggio degli uomini di Spalletti è così elevato che neanche impegnandosi al massimo riuscirebbero a non cucirsi lo scudetto sulle maglie. Oramai il campionato, per gli azzurri, rappresenta un ottimo allenamento per la Champions. L’interesse di tutte le squadre è oramai rivolto ai posti per la maggior competizione europea.
L’Inter è la favorita per vincere questo campionato terreno, è l’unica squadra che ha battuto il Napoli. Il Milan, se verrà strapazzato dal Tottenham, potrà, allenandosi tranquillo senza gare infrasettimanali, lottare con i bauscia però da l’impressione di essersi risparmiato nell’ultimo mese in preparazione dell’incontro internazionale. Deve puntare tutto sulla Coppa con le orecchie. Se Gasperini non “strafalcionerà” inventando calcio inutile, tipo gli interventi surreali di improvvisati oratori al festival di Sanremo, completerà il terzetto in testa alla Serie A. In questa giornata ha insegnato calcio a Sarri. Le romane, Maggica e Lazietta, hanno troppe alternanze di risultato, se giocheranno sempre concentrate potrebbero superare i casciavit.
Non c’è pensiero per i Gobbi. Se non ridanno loro i 15 punti nemmeno un miracolo potrà portare la Juventus nelle prime quattro di Serie A. Contro la Fiorentina solo una vittoria di cortissimo muso la ha permesso di incassare tre punti non certo meritati, ha finito l’incontro col gli spasmi dello smarrimento. Difficile comprendere l’Inter. La scorsa settimana, nel derby, tutti correvamo come pazzi: a Genova, di fronte alla Samp velocità zero. Poi le occasioni sono scaturite ugualmente, palla a Lukaku, difesa e tocco al primo compagno che si avvicina e sbaglia il colpo vincente. Blucerchiati chiusi in difesa con pochi tentativi di avvicinamento ad Onana.
La Beneamata attacca quasi sempre sul centrodestra, che abbia saputo il risultato delle elezioni regionali? Sembra di rivedere Inter-Empoli, nerazzurri troppi nervosi. Normale, le squadre di Inzaghi sono così. Possono vincere grandi scontri ma appena sono sotto pressione per ottenere un risultato vanno in crisi. A Genova i milanesi potevano prendere lo slancio per il secondo posto in classifica di Serie A, niente, sempre all’attacco, occasioni da rete buttate al vento. È mancato un poco di lato B e l’ultimo tocco.