“Consegnatevi e pentitevi“. È con queste semplici parole, dense di dolore e disperazione, che il padre di Thomas Bricca, Paolo, si rivolge ai killer del figlio 19enne attraverso i microfoni della trasmissione Ore 14, confidando in una celere risposta della giustizia. Gli assassini del giovane, colpito con un proiettile alla testa il 30 gennaio scorso nel cuore di Alatri, sono ancora a piede libero e si indaga a tutto campo per chiudere il cerchio intorno alle responsabilità dietro l’omicidio. Il padre di Thomas Bricca nutre un sospetto e lo ribadisce davanti alle telecamere: forse chi ha sparato al figlio è qualcuno che conosce, qualcuno di apparentemente insospettabile e il cui nome sarebbe sulla bocca di tutti già dalla sera dei tragici fatti.
“14 giorni di calvario prima di seppellire mio figlio, adesso un altro calvario perché non sappiamo cosa sta succedendo nelle indagini. Ho il cuore spaccato. Spero che la giustizia acceleri. Cosa dobbiamo aspettare ancora? Alatri è un paese piccolo, le cose si sanno subito. Il mio appello è a coloro che si suppone possano essere coinvolti: forse mi conoscerete pure, costituitevi. Alle forze dell’ordine chiedo di fare giustizia“. Secondo il padre di Thomas Bricca, qualcuno dei presenti avrebbe riferito la seguente dinamica ora al vaglio degli inquirenti: “Mi è stato raccontato, ci stava un bambino e un proiettile gli ha sfiorato la tempia. È stato visto uno scooter scuro che è arrivato, ha fatto il giro nel piazzale dove sta il parcheggio e si è messo in posizione per ripartire e chi stava seduto dietro, non so se sia sceso, ha direzionato la pistola contro i ragazzi dove stava mio figlio, ha sparato tre colpi e sono partiti come fulmini (…) mi è stato detto che tutti e due portavano il casco integrale“.
Thomas Bricca “nel posto sbagliato con un amico sbagliato”: il sospetto del padre
Il padre di Thomas Bricca, come sostenuto ai microfoni di Ore 14, è certo che i responsabili dell’agguato mortale costato la vita al figlio 19enne siano soggetti i cui nomi circolano ad Alatri già dall’immediatezza del fatto. “Li conosco sicuramente, perché io sono una persona conosciuta in tutta Italia per via del lavoro che faccio con le moto, queste cose qui, tutti mi conoscono. È questo il brutto, che magari sono persone che potrebbero essere state pure nella mia officina, con cui magari ho parlato, magari conoscenti con cui ci siamo trovati in passato a ridere e scherzare, come è comune qui in questo paese”.
Paolo Bricca avanza un sospetto precisoe non lo nasconde: “Non ho avuto condoglianze di determinate persone, e mi sembra strano perché, oltre tutto il paese che mi è stato vicino, pure tutta Italia e anche dall’estero, suona strano che una persona, conoscente, che è stata pure a mangiare a casa mia, non mi dica ‘ma che è successo a tuo figlio?’. Penso che possa essere legato a quello che è successo a mio figlio, me lo stanno facendo pensare. Perché il paese purtroppo ha parlato, ha mormorato, non è stato zitto. Già dal momento dello sparo hanno detto chi è stato. Anche le forze dell’ordine sono al corrente, avrei voluto da loro che le indagini partissero dal momento dello sparo, quando ci è stato riferito ‘è stato questo e quello’, andateli a prendere e portateli in caserma (…)“. Il padre di Thomas Bricca non ha dubbi:”Mio figlio era nel posto sbagliato con un amico sbagliato, perché non ce l’avevano con lui ma con Omar. Purtroppo il destino maledetto ha voluto così. Indipendentemente da chi fosse il bersaglio, chi ha commesso il delitto è una persona indegna che non ha motivi di vivere, soltanto un pazzo spara a un gruppetto di ragazzini“.