La cessione della raffineria Isab di Priolo al gruppo cipriota Goi Energy prosegue senza intoppi. In vista del closing dell’operazione di acquisto del sito produttivo siracusano, il piano industriale di Goi Energy ha convinto nei giorni scorsi l’amministrazione regionale e nazionale. «Mi sembrano persone affidabili», il commento a freddo del Presidente della Regione siciliana Schifani dopo l’incontro avvenuto lo scorso 31 gennaio con i vertici e con l’amministratore delegato del Gruppo, Michael Bobrov.
Positivo, quindi, il colloquio in Sicilia a cui è seguito, dopo pochi giorni, quello con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso con la consegna da parte della società dei documenti ufficiali ai fini del Golden Power al Governo. Salvaguardia finanziaria e occupazionale del sito produttivo di Priolo ed investimenti programmati soprattutto sul fronte della transizione ecologica sono le principali rassicurazioni che la Società ha consegnato sulla scrivania della Presidenza dei Ministri.
Rassicurazioni che si inseriscono in questo scenario, dove GOI Energy si impegna a portare avanti una trattativa tutta “Made in Europe”. Sì perché il colosso petrolifero russo Lukoil, come ricordano le cronache di questi mesi, è stato estromesso a causa dell’embargo del petrolio di Mosca e dalle sanzioni imposte dall’Ue alla Russia, a seguito dell’invasione dell’Ucraina.
Una partita che si disputa in Sicilia ma con tavoli da gioco internazionali. In questa cornice si inserisce la partnership commerciale con Trafigura, il secondo più grande trader di petrolio al mondo coinvolto nell’operazione, che ha ribadito di aver cessato ogni rapporto con Mosca dopo la cessione lo scorso luglio delle quote di Vostok Oil a Nord Axis Limited. Garantire la continuità del livello occupazionale e un piano di riconversione green sono i punti di interesse di una delle operazioni che coinvolge la raffineria più importante del Paese, situata nell’area industriale di Priolo che cuba il 51% del Pil della Provincia.
L’obiettivo di Goi Energy, infatti, punta a rendere la Sicilia un hub energetico di primo piano a livello europeo, rendendolo uno dei bacini di investimento più attraenti al mondo. Gli ingredienti vanno dagli importanti pilastri del programma di investimento presentato dal fondo cipriota con riferimento all’ammodernamento delle infrastrutture esistenti fino all’innovazione dell’impianto tramite la ricerca e lo sviluppo.
La trattativa, quindi, va avanti nel contesto legislativo previsto dalla normativa sul Golden Power, coerentemente con il ruolo strategico riconosciuto all’impianto siciliano. Il governo italiano dal canto suo si riserva così l’ultima parola sulla cessione, cercando di tutelare l’approvvigionamento energetico del Paese: le premesse, in ogni caso, sono positive come i commenti regionali e nazionali di queste settimane.