Rosaria Troisi, il ricordo del fratello Massimo Troisi
Rosaria Troisi è la sorella di Massimo Troisi, scomparso all’età di 41 anni per un attacco cardiaco. Una morte prematura arriva poco dopo la fine delle riprese de Il postino, il film che ha consacrato il genio dell’artista napoletano anche ad Hollywood. Proprio la sorella parlando del film ha detto ad artribune.com: “è stato un percorso di dolore. Con Il postino abbiamo un rapporto di contrasto, ma Massimo ha voluto finirlo a tutti i costi. Dal momento che avevamo già appuntamento a Londra perché si pensava a un trapianto, gli dicevamo di lasciare stare, ma davanti al medico disse: “Io a stu film c’aggia rimmanè stu core ccà!”.
Non solo, la donna ha poi parlato del fratello così: “era uno che, partito da San Giorgio a Cremano con una salute fragile, da una famiglia semplice, umile e onesta, non amava molto la scuola. Massimo ormai ha attraversato l’Oceano, quindi è diventato di tutti. A Los Angeles, quando hanno letto il mio passaporto, mi hanno chiesto: “The Postman?”. È qualcosa che ti lascia senza parole! Non ce ne sono per definire quello che è successo nella nostra famiglia. Non avevamo molto, ma siamo cresciuti innamorati, abbracciati e man mano quelle scintille sono diventate fiammelle e siamo rimasti non illuminati, ma folgorati!”.
Rosaria Troisi: “mio fratello Massimo diceva cose che ti facevano innamorare”
Sono tante, troppe le cose che Rosaria Troisi conserva dell’indimenticabile fratello Massimo Troisi. “Lui diceva cose che ti facevano innamorare” – ha confessato la donna a artribune.com rivelando – “una volta mi raccontò quando presentò Ricomincio da tre in Spagna e, osservando la sala, si chiedeva se ce l’avrebbe fatta con tutta quella gente. Quando finì la proiezione ci fu un grande applauso e tutti si complimentarono con lui. Oppure, quando gli chiedevano come era lavorare con Marcello Mastroianni, rispondeva: “All’inizio lui è stato un po’ in soggezione con me, ma poi si è sciolto”.
Non solo, parlando proprio del fratello ha aggiunto: “era una persona mite, timida, che è riuscita a unire tutti quanti con i suoi concetti portati avanti con leggerezza, si potrebbe dire con “leggerezza troisiana”, una filosofia di vita! Non mi piace pensarlo triste, ma una effervescenza come succede con i ragazzi che incontro nelle scuole. È bello quando tra loro si alza qualcuno che per la timidezza mi ricorda Massimo e gli dico: “Vieni vicino a me, cosa vuoi dirmi?”. I giovani, infatti, amano e conoscono Massimo Troisi e la sorella non nasconde che loro sono la sua platea preferita: “Massimo è un modello positivo che mette allegria. Se dico che lui ha frequentato tre volte la seconda media e dopo pochi anni è diventato il fenomeno del cinema italiano, dico sempre “non preoccupatevi se non riuscite a risolvere un problema o se vi viene la sindrome del foglio bianco perché non riuscite a scrivere qualcosa, pensate a Massimo quello che poi è diventato”.