La frase più mostruosa di tutte: qualcuno è morto “al momento giusto”. Lo scriveva Elias Canetti ne La provincia dell’uomo. Non a caso, Leonardo Sciascia la utilizzò per aprire il suo L’affaire Moro, dedicato al rapimento e all’uccisione dello statista democristiano. E chi è morto, questa volta? Più di chi, occorrerebbe chiedersi cosa. Il Governo ha una strategia. Chiara. Fermare immediatamente l’emorragia letale del superbonus sui conti pubblici, sperando di riuscire a smaltire lo stock di crediti già ceduti. E di fatto già incagliati. Poi, attendere che la crisi gli esploda in faccia, fingendo di esserne colto di sorpresa. E garantendogli così un alibi.
La citazione battistiana del membro italiano del board Bce, Fabio Panetta, in tal senso pare uno spoiler: rispetto all’aumento dei tassi, non si può guidare a fari spenti. In contemporanea, palazzo Chigi e Mef stanno creando l’humus mediatico e politico per scaricare proprio sulla Bce la colpa del disastro macro che si abbatterà sul Paese, da qui a qualche mese. Forse prima. Bluff sull’indipendenza energetica in testa. Dopodiché, quando il settore edilizio si preparerà a detonare come un subprime a causa di insolvenze a catena, trascinando l’intero mercato immobiliare già toccato dal rialzo dei tassi, ecco che si forzerà la mano in sede europea. Germania e Francia hanno ottenuto via libera agli aiuti di Stato fino al 2025, noi la rimodulazione in punta di flessibilità del Pnrr Il quale, casualmente, proprio in queste ore è tornato di moda sui giornali, ancorché per ora soltanto in virtù del presunto atteggiamento da Re Sole del ministro Fitto. Ma si sa, la politica è marketing. Quindi, basta che se ne parli. Bene o male, non conta. Un domani, poi, si deciderà come indirizzare quei flussi. Quasi certamente, maledicendo la stessa Bce che ci mantiene lo spread sotto controllo. Ma questo meglio non ricordarlo. E chiedendo come compensazione la possibilità di dar vita, in seno proprio al Pnrr e ai suoi fondi in cerca d’autore, a una nuova Legge Obiettivo o un nuovo Sblocca Italia.
Tutto già scritto, statene pur certi. E l’Europa sarà ben felice di farlo. Perché il patrimonio immobiliare italiano è da tempo nel mirino, forse più delle pensioni. E del risparmio, essendo quest’ultimo da indirizzare sui Btp per compensare la mancanza degli acquisti onnivori della stessa Bce. Nell’attesa, qualcuno sparirà nel settore edilizio. Ma chi lo ha detto che questa scelta darwiniana non sia in parte voluta, magari per scremare il settore da un eccesso di concorrenza creata proprio da quel miele per gli orsi che risponde al nome di superbonus 110%? D’altronde, il titolo sull’Economist è stato ottenuto: Pil al 6%, quanto è bravo Mario Draghi! E quanto ha potuto twittare il ministro Brunetta, roba da compromissione definitiva del tunnel carpale. Inutile negarlo, cooperative e aziende che non avevano mai visto un cantiere nemmeno in foto, di colpo si sono tramutate in specialiste del comparto. A prezzi sempre più stracciati, il mitico massimo ribasso ormai strutturale. Tanto si cedevano i crediti, tutto era bellissimo. Tradotto, i palazzinari facevano miliardi a spese delle nostre tasse. E come lavorino certi cantieri, chi abita in una grande città lo sa bene. Anche cantieri non certo improvvisati o che fanno capo a ditte con sede in una pizzeria. Anzi.
Nel 2012 facevo ancora avanti a indietro da Londra e ricordo come si lavorasse nei cantieri che hanno ribaltato un’area grande come mezza Milano per creare la cittadella olimpica. Strutture mobili ovunque, simili a grandi tende canadesi, che incappucciavano i macchinari più rumorosi, attutendone così l’impatto sonoro nel vicinato. Qui, invece, vige la regola del un cantiere fa rumore, abbiamo i permessi. Non è capitato anche a voi di ricevere questa risposta? Avanti così, lasciamo che la ruota giri. Di bonus in bonus. E in ossequio al Far West. Ma stavolta, il rischio di policy error si fa alto. Molto alto. Non a caso, il Governo che doveva far finire la pacchia all’Europa, si sta comportando come un esecutivo da Pentapartito d’antan. Casualmente, infatti, appena incassato il risultato delle regionali, aumento del prezzo delle sigarette e stangata sul superbonus. Non un giorno prima, esattamente un giorno dopo. Tutte casualità. Ovviamente. Ma gli specialisti del settore, quelli veri, stanno già lanciando l’allarme per il proliferare in modalità fungo dopo un temporale di sedicenti soggetti accreditati, i quali millantano la possibilità di acquistare quei crediti che lo Stato ora tratta come l’aglio per un vampiro o la kriptonite per Superman. Presunti fondi. Pseudo banche e finanziarie. Tutt’intorno, speculazione già in atto da tempo rispetto alle condizioni di riscatto. Pensate che io abbia scomodato a caso il termine subprime?
E attenzione a quanto accaduto proprio giovedì, in contemporanea con l’annuncio del Consiglio dei ministri. I tassi d’interesse dovranno salire sopra il 5% e rimanerci per un lungo periodo. Dipenderà dai dati quanto dovranno salire oltre il 5%. il ritorno alla stabilità dei prezzi sarà doloroso […] Il dato sui prezzi al consumo ha mostrato che c’è ancora molto da fare per raffreddare l’inflazione, che rimane troppo alta.. Parole e musica di Loretta Mester, influente e ascoltatissima presidente della Fed di Cleveland. E in ulteriore, perfetta contemporanea, il Parlamento europeo casualmente adottava una raccomandazione – con 376 voti favorevoli, 96 contrari e 35 astensioni – in base alla quale il contrasto contro l’inflazione da parte della Bce deve essere più equilibrato… la stabilità dei prezzi richieda ora un coordinamento ancora più stretto delle politiche fiscali e monetarie, poiché la politica monetaria tradizionale da sola non può affrontare tutte le attuali fonti di inflazione, principalmente a causa dei prezzi di energia e cibo. A tal fine, gli eurodeputati invitano la Bce a riflettere su un aggiustamento più equilibrato e graduale di questa politica, dato l’elevato livello di incertezza’ e chiedono una maggiore giustificazione di qualsiasi futura decisione sul tasso di riferimento.
Se in sottofondo non sentite un inquietante tic tac da conto alla rovescia, forse dovete risintonizzarvi sul canale della realtà. La pacchia sta proprio finendo. Ma per noi.
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