Giulio Tremonti, ministro dell’Economia nei Governi di Silvio Berlusconi e ora deputato di Fratelli d’Italia, ha parlato ai microfoni di Avvenire del ruolo della Cina nelle dinamiche del mondo: “Il Paese di Xi Jinping resta un enigma avvolto nel mistero”, ha affermato. Esso è d’altronde cambiato con il passare degli anni. “Fino al 2009 l’immagine della Cina era quella convenzionale. Aveva posto in un G20 che era allineato al G7. La prospettiva era principalmente commerciale. Qualche tempo dopo la proiezione è diventata anche politica, portare la civiltà cinese ovunque”.
I rapporti commerciali si sono evoluti al punto che si parla della possibilità di ricreare una via della Seta tra la Cina e l’Occidente. Un progetto che al momento sembra essere lontano dal diventare realtà. “Ragioniamo con razionalità. La via della seta dovrebbe passare nei Balcani, anche in Ucraina. Quindi, restando razionali, noi dovremmo immaginare che la via della seta richieda pace, che dunque la Cina voglia pace”, ha evidenziato l’esperto.
Tremonti: “Va chiarito ruolo di Cina in conflitto”. I rapporti con la Russia
Il tema economico è dunque strettamente collegato a quello politico. “È impossibile per i Paesi europei parlare di via della Seta sino a quando non è chiaro il ruolo della Cina in questo conflitto”, ha sottolineato Giulio Tremonti. I timori in merito allo schieramento del Paese di Xi Jinping sono rilevanti. “Se fosse confermato il sospetto che la Cina tende verso la Russia, nessun Paese occidentale potrebbe proseguire nella pura logica degli scambi commerciali”.
Sul tema, al momento, non ci sono certezze. “Per noi la Cina è come la vediamo su Google maps, illuminata sulle coste e buia nell’entroterra. Non sappiamo davvero cosa succede dentro la Cina. E questo ci rende poco comprensibile il suo ruolo oggi. Anche se alcuni elementi li abbiamo: l’enorme crisi demografica. A 80 anni è difficile tirare un trattore e la spinta verso l’intelligenza artificiale pare un drammatico tentativo di superare il dato avverso dell’invecchiamento”, ha concluso l’ex ministro.