Anche Fedez e Sfera Ebbasta coinvolti nel processo bis sulla strage di Corinaldo. I due rapper sono chiamati a testimoniare venerdì 24 febbraio, stando a quanto emerso al termine dell’udienza del 17 febbraio, su richiesta della procura di Ancona. I due artisti erano stati già sentiti dai carabinieri. Gli avvocati delle parti civili hanno spiegato che vogliono che Fedez e Sfera Ebbasta siano ascoltati in aula e che si opporranno all’eventuale acquisizione delle loro testimonianze.
La notte della strage di Corinaldo era in programma nel locale “Lanterna Azzurra Clubbing” proprio il concerto di Sfera Ebbasta, ed è proprio su quell’esibizione (mai avvenuta proprio a causa della tragedia) che sarà sentito il rapper. Fedez, invece, si era esibito nello stesso luogo il 27 febbraio 2016 e in un’intervista al Fatto Quotidiano dopo la strage disse, in riferimento al collega, che «non può più andare in un posto del genere», pur scagionandolo da ogni responsabilità per il fatto che c’erano 1.500 persone, la maggior parte adolescenti, molti di più della capienza massima del locale.
STRAGE DI CORINALDO, “NEL LOCALE POTEVANO ESSERE PRESENTI AL MASSIMO 255 PERSONE”
La strage di Corinaldo risale alla notte tra il 7 e 8 dicembre 2018, quando 5 adolescenti e una giovane mamma morirono schiacciati dalla folla che stava uscendo dal locale Lanterna Azzurra Clubbing. In quell’occasione circa 200 persone rimasero ferite. Il processo bis riguarda il rispetto delle norme di sicurezza del locale e il corretto rilascio delle autorizzazioni di pubblico spettacolo. Costanza Di Persa, consulente della procura di Ancona, davanti al giudice monocratico Francesca Pizii, ha spiegato che dalla perizia è emersa una difformità di valori della portata dell’aria all’interno del locale rispetto a quanto certificato dai gestori della discoteca. «In sala potevano essere presenti al massimo 255 persone», ha dichiarato, come riportato dal Corriere della Sera. I sei membri della commissione comunale di vigilanza, tra cui l’allora sindaco di Corinaldo Matteo Principi, due consulenti e uno dei soci della società Magic, che gestiva il locale, sono accusati a vario titolo di cooperazione in omicidio colposo plurimo, lesioni, disastro colposo, falso ideologico e apertura abusiva di un locale. Invece lo scorso dicembre si è concluso il primo filone processuale, che riguardava la banda dello spray. La Cassazione ha confermato le condanne per i sei giovani accusati di aver fatto parte del gruppo che entrò nel club Lanterna Azzurra per rubare collanine d’oro servendosi dello spray al peperoncino per creare confusione e approfittarne. Le persone cercarono la fuga dall’uscita sul retro della discoteca, quindi la folla si accalcò su una balaustra che però era troppo fragile per sorreggere il peso, quindi i giovani caddero con le tragiche conseguenze purtroppo note.