La demenza frontotemporale è la malattia che ha colpito l’attore Bruce Willis, come rivelato nelle scorse ore dalla moglie Demi Moore. A descriverla, sulle colonne del quotidiano “Il Messaggero”, è il dottor Camillo Marra, direttore della clinica della memoria della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma e presidente della Sindem (Società italiana di neurologia per la demenza): “Le demenze che colpiscono le zone frontali e temporali all’inizio sono caratterizzate da disturbi che sono di competenza di queste aree. Quindi, non esiste un solo quadro clinico”.
Come si riconosce una demenza frontotemporale? I segnali sono stati indicati dall’esperto: innanzitutto, il paziente è meno capace di comprendere le situazioni sociali, non tiene conto dei bisogni suoi e altrui, è meno in grado di percepire le emozioni. Inoltre, “perde la capacità di avere le buone maniere in pubblico, di seguire le normali regole del convivere sociale, diventa agitato, impulsivo. Oppure, al contrario, ha sintomi negativi: può diventare cioè apatico, con una riduzione progressiva di interessi, non ha più la motivazione e la capacità di fare le cose, di prendere iniziative, non ha voglia di avere una conversazione”.
DEMENZA FRONTOTEMPORALE, MALATTIA BRUCE WILLIS. L’ESPERTO: “NON ESISTONO FARMACI SPECIFICI PER CURARLA”
Il dottor Marra, ai lettori de “Il Messaggero”, ha approfondito ulteriormente la questione legata alla demenza frontotemporale che ha colpito Bruce Willis, dicendo che, a differenza dell’Alzheimer, che può interessare una fascia di età tra 60 e 90 anni, “questa malattia può esordire anche dieci anni prima, quindi nella fascia di età dai 45-50 ai 60 anni”.
Il punto è: esiste una cura per questa malattia? Purtroppo, la risposta è negativa, come ha sottolineato l’esperto: “Non esistono farmaci specifici per questa patologia, ma si curano i sintomi man mano che compaiono. Possono essere utili gli interventi linguistici riabilitativi, mentre per i disturbi comportamentali si possono utilizzare trattamenti farmacologici”.