Justin Trudeau è stato “assolto” dalla Commissione per l’Ordine Pubblico d’Emergenza in relazione all’indagine sulle restrizioni introdotte durante la pandemia Covid e sulla decisione di invocare poteri d’emergenza mai usati prima. Il primo ministro del Canada è stato giustificato nell’invocare tali poteri per sedare l’occupazione del centro di Ottawa e all’introdurre il blocco dei valichi di frontiera con gli Stati Uniti. Queste le conclusioni a cui è arrivato il rapporto d’inchiesta della commissione istituita il 25 aprile 2022 per fare luce sull’Emergencies Act, l’atto tramite cui furono represse le manifestazioni anti-green pass, avviate dai camionisti canadesi riuniti sotto la bandiera del Freedom Convoy. “La soglia molto alta per l’invocazione era stata raggiunta“, scrive il giudice Paul Rouleau nelle conclusioni della Commissione per l’Ordine Pubblico d’Emergenza.
Il commissario ha evidenziato le lacune nella polizia, ma anche a livello di intelligence e federalismo, oltre che “l’incapacità di anticipare un tale momento e di gestire adeguatamente le proteste legittime che sono emerse, in particolare la protesta a Ottawa“. Justin Trudeau dal canto suo ha spiegato che più le proteste si trascinavano, più crescevano le preoccupazioni per la violenza, stimolata da un estremismo violento a sfondo ideologico. “È stato spiacevole, non è stato auspicabile, non volevamo farlo, ma siamo arrivati a un punto in cui non c’era altra scelta“, ha detto Trudeau al Parliament Hill.
CANADA, LE CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE
Il giudice ha precisato le difficoltà per arrivare alle conclusioni: “Non sono giunto facilmente a questa conclusione, poiché non ritengo che la base fattuale sia schiacciante e riconosco che le argomentazioni contrarie sono molto forti“. D’altra parte, ha concordato con le argomentazioni del governo federale sulla maggior parte dei punti controversi emersi durante le sei settimane di audizioni pubbliche. Paul Rouleau ha ammesso che le notizie di “violenze gravi e diffuse” non si sono mai concretizzate e ha riconosciuto che gli atti di violenza “avrebbero potuto essere evitati“, ma questo “non rende la decisione sbagliata“, infatti i “motivi sostanziali” a sostegno della preoccupazione del Gabinetto erano basati su informazioni “convincenti e credibili“. Come evidenziato da Politico, il commissario ha anche convenuto che la maggior parte dei poteri invocati erano appropriati ed efficaci, comprese la maggior parte delle misure controverse che hanno permesso alle istituzioni finanziarie di congelare i beni dei manifestanti.
Ai leader governativi, però, rimprovera il mancato impegno per riconoscere che la maggior parte dei manifestanti stava esercitando i propri diritti democratici. “I messaggi dei politici, dei funzionari pubblici e, in parte, dei media, avrebbero dovuto essere più equilibrati e tracciare una distinzione più chiara tra coloro che stavano protestando pacificamente e coloro che non lo stavano facendo“, conclude il rapporto. Ma non mancano le polemiche, perché Paul Rouleau è infatti il fratello di Pierre Rouleau, marito di sua zia paterna. Inoltre, Rouleau, giudice della Corte d’appello dell’Ontario, è un militante dello stesso Liberal Party di Justin Trudeau.