Gerry Scotti, uno dei volti più apprezzati e familiari della televisione italiana targata Mediaset, si è recentemente raccontato sulle pagine del Corriere della Sera. Ha ripercorso un po’ la sua carriera, fatta di grandi progetti e programmi, ma anche di alcuni rimpianti ed occasioni perse, ma delle quali non si pente affatto. “Ho questo cruccio”, confessa parlando della sua carriera, “mi hanno offerto di fare i programmi un po’ come il pane, quelli da tavola; mentre i format fighi li hanno dati sempre a qualcun altro“.
Ma di contro, Gerry Scotti crede anche che quel tipo di televisione, da tavola, familiare in un certo senso, “è diventata il mio marchio di fabbrica”. Una carriera che è partita, racconta, per “merito dei miei genitori, che ci hanno creduto”. “Non c’è qualcosa che pensavo di meritare e poi non ho avuto”, racconta, ma sicuramente, come sempre accade, “ci sono occasioni che ho lasciato andare e di cui mi sono pentito”. La prima cosa a cui pensa Gerry Scotti quando si entra nella tematica dei pentimenti è “Scherzi a parte. Sarebbe stata una bella galoppata per la mia carriera”.
Gerry Scotti e i rimpianti di una carriera
Un altro errore che Gerry Scotti rimpiange, in un certo senso almeno, è lo spettacolo Aggiungi un posto a tavola di Pietro Garinei, al fianco del “mio grande idolo, Johnny Dorelli“. “Sarebbe stata la realizzazione di un sogno”, racconta, “ma ho esitato e poi non l’ho mai più richiamato. Ho fatto davvero una brutta figura”. Ed anche la vicissitudine con Bud Spencer che “aveva in mente un progetto con me. Ma gli impegni televisivi fecero saltare tutto”.
“La sitcom Finalmente soli con Maria Amelia Monti fu un successo”, ricorda con piacere Gerry Scotti, parlando del bivio della sua carriera: attore o conduttore? “Avevo fatto diversi film tv di Canale 5”, racconta, e “ci fu un momento in cui Mediaset mi chiede se volevo impegnarmi come attore, trovare un filone e per 6/7 anni dedicarmi a quello”, ma erano purtroppo anche in quel caso “progetti incompatibili con il quiz e le prime serate”. “Da orso quale sono mi sono creato la mia confort zone”, tira le somme nella chiusura della sua intervista Gerry Scotti, “un po’ non mi hanno fatto proposte, un po’ non ho avuto il coraggio di cercarmele, questo forse è il rimpianto che ho. Ma va bene lo stesso”.