L’Irlanda si sta trasformando da isola del turismo a centro di immigrazione di massa. A denunciarlo è stato Guy Adams sulle colonne del Daily Mail, evidenziando il caso della città di Lismore. Con una popolazione di poco più di mille abitanti, è famosa per la sua cattedrale del XVII secolo, per il castello con 8 secoli di storia alle spalle e per il vivace mercato settimanale, dove i contadini vendono alcune delle patate più ricercate del Paese. La sua economia è basata sui numerosi visitatori che in qualunque stagione arrivano per godere delle sue bellezze storiche.
Il Governo, tuttavia, ha deciso che tutte le strutture alberghiere che si trovano in città verranno utilizzate per ospitare immigrati e richiedenti asilo. Non meno di 120 saranno le persone che si stabiliranno lì fino a nuovo avviso. La popolazione, di conseguenza, crescerà di circa il 10%. La popolazione del posto è stata tenuta all’oscuro della questione fino a poche ore prima degli arrivi e, come era inevitabile, è scoppiata la polemica.
Irlanda, da isola di turismo a centro di immigrazione: il caso di Lismore
Gli abitanti di Lismore per tre giorni sono scesi in piazza per protestare contro la trasformazione della piccola città dell’Irlanda da isola felice di turismo a centro di immigrazione di massa. “Siamo una località storica e questo è un edificio iconico nel centro. È una follia usarlo per questo. Non c’è stata assolutamente alcuna consultazione con la popolazione locale, nessuna considerazione su come la città sarà influenzata e nessun piano su dove queste persone finiranno o troveranno lavoro”, dice uno dei manifestanti. E un altro: “Lismore non è contro i rifugiati. Ne abbiamo già 20 o 30 nella nostra città. Sono i benvenuti e non ho nulla contro le nuove persone che vengono qui. Non stiamo protestando contro di loro, ma contro il Governo che li ha messi qui”.
Anche coloro che avevano prenotato eventi privati nel castello del Duecento hanno visto annullare i loro programmi per questo motivo. È il caso di una coppia di futuri sposi che aveva scelto la location per il loro matrimonio, così come delle famiglie che avevano organizzato battesimi e feste di prima comunione. Tutti adesso sono nei guai.