Il governo ha annunciato che la riforma strutturale sulle pensioni 2023 non potrà essere varata quest’anno, ma molto probabilmente si inseriranno alcune formule già utilizzate in passato in modo da poter raggiungere quota 41 entro il 2024.
L’obiettivo del governo Meloni è quello, con la riforma pensioni 2023, di eliminare l’età anagrafica e mantenere soltanto il requisito dei 41 anni di contributi integralmente calcolati con il sistema contributivo che dovrebbe rientrare integralmente entro il 2030.
Riforma pensioni 2023: quando una legge strutturale per tutti?
Ma quando ci sarà una riforma pensioni2023 utile davvero per tutti i lavoratori? Infatti, sia che il governo meloni raggiunga la quota 41 universale entro il 2023 oppure che posticipi al 2024 la legge strutturale, il risultato non cambia. Come stato già precedentemente obiettato, una quota 41 universale rischia di mettere seriamente in crisi soprattutto i giovani che non hanno mai avuto una continuità contributiva. Chi è che potrà dunque beneficiare della riforma pensioni strutturale con la quota 41 secca?
Sicuramente i dipendenti pubblici che sono rientrati nel corpus statale da giovani. Soltanto loro potrebbero aver raggiunto all’età di 61 oppure 62 anni 41 anni di contributi, considerando anche eventualmente la laurea l’età per la exit lavorativa potrebbe essere anticipata prima dei 60 anni e senza in particolare decurtazioni sull’assegno mensile. Infatti chi oggi decide di optare per opzione donna oppure ape sociale deve prepararsi psicologicamente a sopportare un assegno fortemente ridotto fino anche al 30%.
Riforma pensioni 2023: la difficile riforma previdenziale
La cosa strana, nel mettere in cantiere la riforma pensioni 2023, è che mentre il governo procede di quota in quota, ignora del tutto la proposta di Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps, che aveva ideato una pensione a due velocità, quindi un assegno ridotto soltanto fino ai 67 anni, ma poi il lavoratore pensionato avrebbe ricevuto la totalità dell’assegno pensionistico una volta raggiunto tale età anagrafica prevista da Elsa Fornero. Quando dunque il governo riuscirà a ideare una riforma pensioni che sia valida per tutti? Probabilmente dopo il 2030, cioè quando tutti i lavoratori avranno un calcolo basato sul sistema contributivo.