Viktor Orban espande il suo controllo sull’industria militare e della difesa ungherese. Ma non solo. L’ambivalenza di Budapest sulla Russia e il deterioramento dei rapporti con gli Stati Uniti destano preoccupazione tra gli alleati Nato. Come riportato dal Financial Times, negli ultimi tempi il primo ministro ungherese ha rafforzato il controllo sulle forze armate e sui settori strategici.
L’”Orbanizzazione” del complesso militare-industriale ungherese arriva mentre l’Alleanza atlantica sono sempre più allarmati dalla posizione ambivalente nei confronti di Mosca e della guerra in Ucraina, dove Budapest rimane un’eccezione nel suo continuo rifiuto di inviare armi a Kiev. Sabato Orban ha difeso la sua posizione, sostenendo che qualsiasi azione degli alleati della Nata che vada oltre la difesa è facoltativa e che il suo Paese ha scelto di rimanere fuori dal conflitto.
Riflettori accesi su Orban
“Non pensiamo che il sostegno umanitario all’Ucraina significhi annullare i nostri collegamenti con la Russia”, le parole di Orban: “Andrebbe contro il nostro interesse nazionale… Quindi manteniamo i nostri legami economici con la Russia e consigliamo lo stesso a tutto il mondo occidentale“. Tornando sulle dinamiche interne ungheresi, il FT s’è soffermato su Szalay-Bobrovniczky – ex ambasciatore nel Regno Unito tra 2016 e 2022 e alleato di lunga data di Orban – protagonista di un grande rinnovamento, con il taglio dei ranghi più alti dell’esercito. Una mossa motivata da un punto di vista politica, queste le parole dell’ex generale Nato Petr Pavel: “Fa parte di una graduale concentrazione del potere attorno a Viktor Orban e restrizioni a tutti coloro che avevano una visione diversa”. L’esperto del settore Csiki Varga ha sottolineato come il potenziamento militare richiederà un’incredibile quantità di risorse, ma il neo ministro gode “della fiducia politica” necessaria per spendere i fondi in modo efficace. I piani del premier ungherese per l’industria della difesa sono stati chiariti in una recente cerimonia per le reclute dell’esercito: “Stiamo costruendo un’industria militare qui a casa, in Ungheria, in grado di produrre armi moderne”.