Omicidio di Bolzano: il ricordo di Matteo Macuglia
Durante la trasmissione in onda su Telelombardia Detto da voi, è intervenuto Matteo Macuglia, inviato di Quarto grado che per primo arrivò a Bolzano dopo il violento omicidio di Peter e Laura Neumair, per mano del figlio Benno. Recentemente, infatti, il giornalista ha scritto un libro dove affronta e racconta proprio quella vicenda, partendo dalla figura del “cattivo”, Benno Neumair. E proprio di lui, Macuglia, ha deciso di parlare nel corso del suo intervento nel programma.
“Sono stato mandato lì e abbiamo cominciato alla grande”, ricorda Macuglia parlando dell’omicidio di Bolzano. “La prima cosa che abbiamo fatto è stato incontrare questo ragazzo, Benno, fu un incontro particolare. Era il primo giorno della mia inchiesta ed avevo delle idee vaghe, sapevo che erano scomparse due persone, che andavano i montagna e alle quali poteva anche essere capitato un incidente”, ricorda Macuglia del momento in cui ancora non si parlava di omicidio a Bolzano. “Incontro questo ragazzo, il figlio, molto freddo, che con questi occhi freddissimi mi dice: ‘Sono aperte tutte le ipotesi, non capisco perché guardano sempre questo fiume. Devono andare in montagna, c’è stata anche una frana..’ e mi da una serie di indicazioni puntando in direzione opposta a quella dove stavano cercando in quel momento”.
Macuglia: “Benno Neumair? Un falso e manipolatore”
Continuando nel suo ricordo sull’omicidio di Bolzano e su Benno Neumair, Matteo Macuglia ripete che, quel giorno, “ho trovato un ragazzo molto molto freddo, anche se sulle prime ho pensato che fosse una reazione al giornalista. Ebbi un secondo incontro, una telefonata molto lunga di 25 minuti e l’ho trovato molto più allegro, i suoi erano scomparsi da 10 giorni e sembrava allegro mentre mi raccontava tutta la sua versione”.
“Tutta la storia” raccontata da Benno sull’omicidio di Bolzano, però, “era una montagna di bugie. Erano così tante che non sono riuscito a processarle per diversi giorni tutte quelle balle e l’intervista è stata anche acquisita dagli atti della procura proprio per quelle bugie. Una fantasia e una capacità di manipolare veramente folle, tant’è che mi mise il dubbio sulla sua colpevolezza e che stessi puntando alla persona sbagliata. Ho provato a scrivergli in carcere per dargli la possibilità di spiegarsi”, racconta ancora Macuglia su Benno e sull’omicidio di Bolzano, “ma non ha mai risposto”. Elemento chiave, conclude, fu la sorella di Benno, “parte della grandiosità della storia. Lei non solo è la vittima, l’ultimo membro rimasto della famiglia, ma è anche diventata un detective perché dal 5 gennaio quando i genitori non rispondono, prima ha il dubbio, chiama suo fratello e poi capisce subito che le sta dicendo delle bugie. Per giorni e mesi ha aiutato e collaborato con le autorità e dopo un anno e mezzo ha vestito i panni dell’ultimo difensore dei genitori”.