Tra le misure di welfare messe in campo dal governo è presente anche il bonus madri disoccupate 2023: si tratta di un contributo economico erogato dai comuni nei confronti di quelle madri che non hanno potuto ottenere un bonus maternità, anche lavoratrici ma non necessariamente. Quindi potranno accedere anche quelle madri che non hanno un lavoro, oppure una copertura previdenziale obbligatoria Ecco tutti i requisiti per poter accedere al contributo economico.
Bonus mamme disoccupate 2023: chi può richiederlo
Il bonus mamme disoccupate 2023 è un contributo economico erogato nei confronti di quelle madri che negli ultimi sei mesi abbiano adottato, oppure abbiano ricevuto la possibilità di ottenere un affido o una pre-adozione oppure quelle madri che abbiano messo al mondo un figlio.
Il contributo economico potrà essere erogato mensilmente per un massimo di 5 mesi ed è di circa 1.700 euro.
Per poterlo richiedere è necessario che le madri siano in possesso del modello ISEE 2023 e che, quest’ultimo, non sia superiore ad euro 17.747,58 euro. Potranno accedere anche le lavoratrici occupate che non hanno diritto a trattamenti economici di maternità.
In questa categoria rientrano ad esempio anche le libere professioniste che non siano riuscite ad accedere a nessun contributo di maternità perché non hanno un contratto di lavoro dipendente.
Bonus mamme disoccupate 2023: a quanto ammonta il contributo
La quantificazione del bonus mamme disoccupate 2023 si intende per figlio, e non per genitore. Quindi se una madre mette al mondo due gemelli può ricevere il contributo economico di 1773,65 euro al massimo per ciascun figlio. L’ammontare del contributo economico però è variabile e va da 354,73 fino al massimo di 1773,65 euro.
La richiesta di accesso al bonus mamme disoccupate 2023 deve essere presentata direttamente al comune necessariamente entro 6 mesi dalla nascita, adozione, pre-affido della minore. Anche se la domanda viene presentata al Comune di appartenenza, questo verrà poi erogato dall’INPS entro e non oltre 45 giorni dal momento in cui viene presentata la domanda. L’assegno non verrà considerato come fonte di reddito ai fini fiscali e quindi è cumulabile con altri bonus famiglia.